Scornajenchi: «L’intelligenza artificiale è una svolta: così cambia la finanza nelle aziende»

L’intelligenza artificiale arriva nei dipartimenti di finanza e controllo. Non bisognerà aspettare a lungo per vedere i bilanci aziendali uscire dal computo  di un algoritmo. Sta già succedendo nei grandi gruppi americani come nel caso di Amazon dove il dipartimento di pianificazione e controllo è stato sostituito completamente da un algoritmo. «Oggi le macchine hanno una capacità di computazione tale che una serie di lavori possono essere elaborati in autonomia. Un mondo che cambia che i Chief financial officer (Cfo) devono essere in grado di governare», dice Agostino Scornajenchi, presidente di Andaf l’associazione nazionale dei direttori amministrativi e finanziari che in questi giorni riunisce i suoi 2000 associati a Verona per il congresso annuale. Scornajenchi da un anno è amministratore delegato di CDP Venture Capital, dopo una lunga esperienza come Cfo nel corso della quale si è trovato a governare numerose crisi, maturando una idea precisa su come governare l’incertezza e i cambiamenti improvvisi.

Presidente, all’impatto dell’IA sul lavoro dei Cfo avete dedicato il Congressi di quest’anno. E’ così invasiva questa rivoluzione tecnologica nel lavoro dei direttori amministrativi e finanziari?

I Cfo sono tra i soggetti più coinvolti e condizionati dall’innovazione tecnologica, che sta cambiando profondamente i processi, i prodotti e i servizi. La digitalizzazione, la semplificazione, la standardizzazione dei processi e l’automazione sono le parole chiave che stanno orientando la trasformazione delle funzioni finance, con lo scopo di creare imprese “Data Driven” capaci di utilizzare i Big Data e la Data Science per migliorare le performance, l’efficienza e la competitività. Molti studi evidenziano come stiano cambiando le competenze all’interno delle strutture finance, in cui sono sempre più richieste capacità di visione dei processi trasversali alle funzioni, conoscenze “digitali” oltre alle classiche abilità tecniche verticali.

Quindi si va verso una nuova definizione del ruolo del Cfo dopo l’unificazione delle divisioni di pianificazione e controllo?

In un certo senso sì, questa missione è stata completata e quanto è stato acquisito in questi anni in termini di nuove conoscenze è un bagaglio necessario ma non più sufficiente perché le aziende sono sempre più spesso esposte a scenari macroeconomici in continuo mutamento dove la gestione dell’imprevedibile è diventato l’ordinario.

Fonte: Il Sole 24 Ore