Le assunzioni a tempo indeterminato e il terziario trainano il mercato del lavoro

A giugno 2024 si registra un saldo positivo pari a poco più di 440mila nuove posizioni di lavoro nel settore privato. Il contributo maggiore arriva dalla crescita del tempo indeterminato (+347mila unità) e dall’insieme delle altre tipologie contrattuali: nel dettaglio +50mila rapporti a tempo determinato, +33mila intermittenti, +9mila stagionali, +6mila apprendisti e -5mila somministrati. A trainare le assunzioni sono stati il settore Alloggio e ristorazione (il saldo è +101mila), il Terziario professionale (+83mila), seguiti dal Commercio (+76mila) e dalle Costruzioni (+56mila).

Quello fornito dall’osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps è il saldo annualizzato, ovvero la differenza tra i flussi di assunzioni, trasformazioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, che è un indicatore della variazione tendenziale su base annua delle posizioni di lavoro. Secondo l’Istituto di previdenza la dinamica dei flussi di assunzioni nel primo semestre di quest’anno, «nonostante una leggera flessione rispetto all’anno record precedente, è il segnale di trend positivi che si consolidano».

In progressiva riduzione le assunzioni a tempo indeterminato

Vale però la pena sottolineare che la dinamica delle variazioni fa registrare una progressiva flessione; il saldo annualizzato di giugno pur positivo (+440mila) è il più basso del 2024, a maggio era di + 471mila rapporti di lavoro, e bisogna tornare a gennaio 2023 per trovare una variazione tendenziale più bassa dei rapporti di lavoro (+425mila). Questo fenomeno è dovuto all’andamento delle assunzioni a tempo indeterminato che vanno progressivamente riducendosi: nel secondo trimestre erano 309mila, nel primo trimestre 391mila, nel secondo trimestre 2023 erano 334mila.

Calo per assunzioni e stabilizzazioni rispetto al 2023

Complessivamente le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nel primo semestre del 2024 sono state 4.294.000, in calo rispetto allo stesso periodo del 2023 (-1,6%). Nel confronto col primo semestre 2023 emerge una diminuzione di assunzioni con i contratti in apprendistato (-11,2%), a tempo indeterminato (-5,3%) e in somministrazione (-4,2%). Più contenuto il calo dei contratti a tempo determinato (-0,9%) mentre si registra un incremento per gli intermittenti (+5,6%) e per gli stagionali (+0,9%).

Su questa dinamica incide la flessione delle assunzioni fatte dalle grandi imprese da 100 dipendenti e oltre (-4%) e delle imprese da 16 a 99 (-1,8%), mentre è sostanzialmente stabile invece il risultato per le imprese fino a 15 dipendenti (+0,7%). L’incidenza del part time è lievemente aumentata nell’insieme delle assunzioni a termine (37%) mentre è sostanzialmente stabile nelle assunzioni a tempo indeterminato (31%).

Fonte: Il Sole 24 Ore