Gavi, il 92% va all’estero. E ora i produttori vogliono accrescerne il valore anche in Italia

Delle oltre 14 milioni di bottiglie di Gavi Docg prodotte ogni anno, il 92% attraversa i confini nazionali per raggiungere le tavole di inglesi (62%), statunitensi (13%), tedeschi (6%), russi (4%); e poi Giappone, Irlanda, Malta, Olanda, Canada, Emirati Arabi, fino a toccare oltre 100 Paesi. Con le vendite quasi equamente distribuite tra supermercati (Gdo al 52%) e ristoranti o wine bar (Horeca al 48%). Sono comunque oltre un milione le bottiglie che restano in Italia, soprattutto al Nord (88%).
È la fotografia scattata dal Consorzio di tutela in occasione della vendemmia che si sta rivelando più complicata della norma a causa del clima difficile di questo 2024, ma che nel complesso viene giudicata positivamente.

Il successo internazionale continua quindi a premiare questa storica denominazione piemontese (il Cortese di Gavi ha ottenuto la Doc nel 1974). «Al Gavi Docg è riconosciuta versatilità di consumo, dall’aperitivo a tutto pasto, e di abbinamento alle cucine locali dei Paesi nel mondo; ha un grado alcolico contenuto, una spiccata freschezza che rende piacevole la beva e la capacità di essere accattivante anche in versioni longeve», commenta il presidente del Consorzio Tutela del Gavi Maurizio Montobbio, che parla di «dati incoraggianti per la denominazione e per tutta la filiera, che ha un valore di oltre 70 milioni di euro (costo medio del Gavi per il numero di bottiglie vendute e ricavi da accoglienza delle aziende produttrici, ndr)».

Inoltre il Gavi può vantare un andamento piuttosto costante nel tempo: non prendendo in considerazione gli andamenti peculiari del periodo post Covid, la crescita rispetto al 2019 è pari all’8% con la crisi dei consumi attenuata dai buoni risultati dei bianchi in generale e dalla forte presenza all’estero. «Il fatto che il Gavi sia un bianco versatile e presente capillarmente all’estero è tra le ragioni per cui la denominazione è sana», conferma Montobbio.

«Ora è fondamentale investire nella crescita del valore del Gavi – aggiunge – puntando su canali più specifici, nel mondo e in Italia. È essenziale mettere l’identità del Gavi Docg al centro delle nostre strategie di promozione, lavorando sui mercati che così bene ci hanno accolto, continuando a valorizzare il territorio che esprime un potenziale davvero unico al mondo. Questo vino è, infatti, prodotto esclusivamente con uve 100% Cortese, un vitigno dalle radici millenarie nel Piemonte sudorientale, l’unica area in Italia dove viene coltivato in purezza. Il Cortese ha dimostrato una straordinaria resilienza e notevole capacità di adattamento al cambiamento climatico. E sono queste caratteristiche peculiari che esaltano il profilo organolettico raffinato ed elegante del nostro vino. Cinquant’anni fa, i produttori decisero di puntare sul Cortese, e oggi quella scelta si rivela vincente. Grazie al terroir unico e alla viticoltura di alta qualità, il Gavi Docg è diventato un vino estremamente riconoscibile e rappresentativo. E possiamo ancora crescere».

Per quanto riguarda la vendemmia in corso, «l’annata 2024 è stata caratterizzata – ha dichiarato Davide Ferrarese, agrotecnico del Consorzio – da temperature elevate non eccessivamente durature, precipitazioni primaverili importanti e frequenti che hanno richiesto numerosi interventi in vigneto: nonostante la primavera perturbata, l’estate calda e assolata e le attenzioni dei viticoltori hanno favorito la sanità dei grappoli».

Fonte: Il Sole 24 Ore