Dacia Duster, l’abbiamo provata sulla Transfagarasan: la strada più bella del mondo

Versatilità, praticità, efficienza e guidabilità piacevole hanno sempre caratterizzano la Dacia Duster, ma che la terza generazione ha portato a un livello ancora superiore rispetto al passato. Infatti, la nuova serie del suv compatto nelle prime prese di contatto ha già mostrato di che pasta è fatto. E non solo noi ma anche gli altri colleghi europei. A queste prove adesso noi aggiungiamo anche quello tra le nuvole sull’ottovolante della Transfagarasan. Rumena quanto la Duster, questa strada è considerata la più bella del mondo ed è meta dei pellegrinaggi di coloro che amano guidare auto e moto, oltre che da coloro che fanno trekking in un paesaggio spettacolare.  

Dacia Duster, alla prova in un contesto  emozionante

Obiettivo della ri-prova della Duster sulla Transfagarasan, dove spesso e volentieri per chi guida scorrazzano potenti mezzi, è stato quello di saggiare versatilità, comfort, guidabilità e rendimento del suv compatto al di fuori del normale uso quotidiano. Infatti, punta di diamante della Transfagarasan che si inserisce in una strada statale di 150 chilometri sono i 90 chilometri in cui si inerpica sui Carpazi. È un serpentone formato da quasi settecento tornanti e curve di ogni tipo, che si snoda tra vallate costellate di laghi, ripide pendenze sino a 2000 metri e panorami suggestivi. Voluta da Nicolae Ceausescu che temeva un’invasione sovietica dopo quella della Cecoslovacchia per spostare carri armati da sud a nord della Romania in un solo giorno, la Transfagarasan è stata ultimata in soli quattro anni nel 1974 a fronte di tantissime vittime sul lavoro, utilizzando seimilacinquecento tonnellate di dinamite e movimentando tre milioni di tonnellate di roccia. La strada è affiancata da sterrati resi insidiosi da densi strati di fango che ricoprono profonde buche, frequentati da colonie di orsi che spesso sconfinano anche sulla strada asfaltata.  

Dacia Duster, la 130 Tce è sempre a proprio agio sopra e fuori dall’asfalto

La nostra scalata alla Transfagarasan è partita dalla diga di Vidraru percorrendo una ventina di chilometri su uno sterrato dove la 130 Tce a trazione anteriore non ci ha fatto rimpiangere la versione quattro ruote motrici, grazie all’efficienza dei sistemi di ausilio alla guida ereditati dalle Renault Clio e Captur assieme all’architettura e alle sospensioni, che hanno svolto bene il loro lavoro anche nei punti più dissestati. Un quadro completato dal rendimento del tre cilindri turbo di 1,2 litri con 130 cavalli e 205 Nm di coppia, che con il contributo dell’azzeccata spaziatura del cambio a sei rapporti (purtroppo all’orizzonte per ora non si staglia un automatico) mette a terra una motricità adeguata anche nella marcia a bassissima velocità.

Attaccato l’asfalto nelle vicinanze del castello di Dracula, la 130 Tce sull’ottovolante rumeno ha messo in gioco anche tra l’incessante susseguirsi di curve il dinamismo equilibrato e affidabile, la maneggevolezza e il temperamento versatile che hanno spostato più in alto rispetto alla serie precedente la gradevolezza e l’istintività della guida. Per di più, offrendo sempre un confort elevato nell’abitacolo ampio e gradevole, al passo con i tempi a livello di digitalizzazione e reso funzionale da pratiche soluzioni. Per esempio, i rivestimenti facilmente lavabili, i tanti vani portaoggetti e i supporti YouClip per attaccare borse o fissare device, lampade supplementari e molto altro ancora. Nel positivo bilancio della prova outdoor della Duster rientrano anche le percorrenze: 13 chilometri con un litro.  

Dacia Duster, versioni e prezzi

La nuova Duster è in vendita negli allestimenti Essential, Expression, Journey ed Extreme a prezzi che vanno da meno di 20.000 a 28.000 euro. La famiglia che ha detto addio ai motori turbodiesel per abbracciare quelli più green è formata, oltre che dalla 130 Tce con tecnologia mild hybrid a 48 V, anche dalla Eco-G 100 spinta da un motore a tre cilindri da 1 litro con 100 cavalli a doppia alimentazione benzina/Gpl e dalla (full) Hybrid 140, con cui ci si può muovere anche solo a emissioni zero per qualche chilometro. È spinta da un powertrain sofisticato in quanto formato da un motore a benzina a quattro cilindri di 1,6 litri sovralimentato, da due unità elettriche e da un cambio automatico elettrificato a sei rapporti, quattro dei quali sono riservati al motore termico e due a quelli elettrici. La variante a trazione integrale della 130 Tce utilizza un sistema che include sia il dispositivo per il controllo della velocità in discesa sia il Terrain Control con cinque configurazioni vettura: Eco, Auto, Neve, Fango/Sabbia e Off-Road.

Fonte: Il Sole 24 Ore