Maremoti, uccelli e cetacei: il Ponte sullo Stretto al test di impatto ambientale

Ultima tappa la consegna il 12 settembre scorso dei documenti integrativi alla Commissione Via Vas del ministero dell’Ambiente, come chiesto dal dicastero guidato da Gilberto Pichetto Fratin ad aprile 2024 con un lungo elenco di elementi da chiarire per la realizzazione dell’opera. Ma adesso, con quest’ultimo passaggio, il progetto del Ponte sullo Stretto è entrato nel vivo dell’esame di impatto ambientale che dovrà concludersi entro 60 giorni. Oltre alle richieste del Mase il dossier si è arricchito di nuovi elementi per rispondere ai quesiti del ministero della Cultura e alle osservazioni presentate dal pubblico e dalle associazioni.

“Alcuni focus, in particolare, prevedevano indagini di campo, come ulteriori rilievi faunistici, batimetrici e subacquei, che hanno richiesto tempi tecnici incomprimibili per fornire puntuali ed esaurienti risposte – ha detto Pietro Ciucci, ad della concessionaria -. La Società ha investito e investirà molto per l’ambiente e la sostenibilità dell’opera nella piena consapevolezza della complessità degli ecosistemi dei territori coinvolti”. L’obiettivo è di incassare il via libera del Cipess entro la fine dell’anno. Ma altri step burocratici separano il progetto dai tanti semafori verdi necessari per posare la prima pietra. Tra questi c’è innanzitutto il Pef, colonna portante della sostenibilità economica, ma anche la Conferenza di servizi.

Conto alla rovescia Via-Vas

Ma intanto è scattato il conto alla rovescia di due mesi per ottenere il via libera della Commissione Via-Vas. La Stretto di Messina ha presentato un dossier con alcune novità che vanno dall’approvvigionamento idrico dei cantieri all’impatto sulla migrazione degli uccelli passando anche per l’effetto della luce e dell’ombra sui cetacei e sul capitolo dei maremoti. “Abbiamo rivisto il bilancio complessivo dei consumi previsti in funzione del tipo e quantità di lavorazione, e quelli relativi alla gestione delle attività di cantiere, e specificato le relative modalità di approvvigionamento in funzione delle lavorazioni e della loro localizzazione”, spiega la Società al Sole 24 Ore.

Per quanto riguarda l’ambiente la Stretto di Messina dichiara di aver eseguito un “approfondimento avvenuto tra marzo e maggio, periodo corrispondente a quello della principale migrazione primaverile” e che “durante il periodo di monitoraggio, le quote medie di volo dell’avifauna migratrice, riferite al livello del mare e misurate col radar verticale, sono risultate significativamente più alte rispetto all’altezza del ponte e delle torri”. Ce n’è anche per i cetacei però e da parte della luce e dall’ombra creata dall’opera. “Al riguardo abbiamo fornito evidenze scientifiche sul fatto che le rilevanti ottimizzazioni sull’impianto di illuminazione attuate consentono di evitare la diffusione della luce sia verso il cielo sia verso la superficie dell’acqua”, spiega la concessionaria.

“Abbiamo stimato – conclude il dossier – che la superficie marina sarà illuminata da una quantità di luce esigua e di scarsa intensità, ovviamente attenuandosi con la profondità, per cui il relativo effetto sul comportamento dei cetacei si ritiene nullo”. Stessa musica per l’ombra generata dal Ponte che “risulta fortemente variabile in termini di densità e di configurazione, modificandosi costantemente in funzione delle condizioni metereologiche, nel corso delle stagioni e dell’arco della giornata, come dimostrato dalle simulazioni effettuate”.

Fonte: Il Sole 24 Ore