Londra, sul binario giusto per un tuffo nell’età del jazz

No. Non è il binario 9 e ¾, di King’s Cross, il nostro, quello da dove ci si imbarca per la celebre scuola dei maghetti, ma anche qui, nell’affollata Victoria Station, saliamo a bordo per un viaggio eccezionale, e, con un incantesimo che affascina assai, facciamo un tuffo nel passato. Rinasco, rinasco… del 1920-30 e dintorni. E certo aiuta che Belmond (attraverso il marchio British Pullman, società specializzata in viaggi ferroviari letteralmente da sogno) ti accolga con l’orchestrina che ha già iniziato a suonare qualche ragtime, soffriggendo jazz e sorrisi, mentre nella lounge servono, ovviamente, squisiti e rinfrescanti French 75. Partner del viaggio (qualche ora serale in una fantastica notte di luglio a zonzo per le campagne londinesi – ma si replica spesso: il prossimo tour è a novembre) è infatti Veuve Clicquot (e nel secchiello a bordo ci aspetta una Grande Dame 2015 nel suo ghiacciato abito d’inconfondibile arancio).

In carrozze in stile atmosfere di altri tempi

Non solo si tratta di un treno dalle carrozze particolari, tutte perfettamente ricostruite in stile (in uno dei viaggi prenotabili sul sito si può selezionare quella disegnata dal mitico regista ed esteta Wes Anderson; obiettivo che prima o poi raggiungerò), che fanno rivivere i fasti dell’epoca del “tourism” di grande lignaggio, ma stasera nel nostro percorso avremo una compagnia speciale. Non solo le persone che hanno comprato il biglietto (c’è anche mia moglie e ci siamo agghindati come conviene, amen per il caldo, abito scuro che non si sbaglia, e come gli altri hanno fatto, si va vestiti di tutto punto: il solito eccentrico ha sì i pantaloni corti, ma è un completo di eleganza strepitosa, chapeau) ma questo è il «Carriage Club», cena con cabaret su strada ferrata. Meticolosamente ricostruito per evocare l’opulenza dell’era del jazz e celebrare i diversi sapori dell’eccellenza culinaria britannica (sì, esiste, che vi credete?) è un calarsi in quelle atmosfere di in un’epoca in cui a bordo potresti aver incontrato magari la Dietrich, Laurence Olivier, Re Edoardo VIII e Wallis Simpson.

Un sosia di Cab Calloway ci sorride all’ingresso, poi conosceremo in carrozza Marvellous Minerva, cantante, la ballerina Brighton Belle, l’illusionista The Card Sharp, la suonatrice di ukulele Lady Lucille, la starlet Golden Arrow e via elencando, tutti membri della compagnia Private Drama Events che non sbagliano un colpo. Cinque portate, ottime, dello chef Jon Freeman e altrettanti abbinamenti di vini (oltre, si intende, la Dama) che alzano il livello di buonumore e complicità. E si ritorna troppo presto: serata memorabile, costosa sì, ma ragionevolmente (e poi nella vita si fa una volta), che rinnova i fasti di un’epoca, quella dei ruggenti anni 20-30 (certo, poi ci si misero il crollo della borsa e il proibizionismo a complicare le cose) che, nell’estate londinese è riverberata prepotentemente. E che si trova ancora, a saper cercare. Per esempio il grande Novecento della musica e del musical: al London Palladium, fino al 14 settembre, ha trionfato, letteralmente, Imelda Staunton, strepitosa star in una sontuosa edizione di «Hello Dolly!», il musical di Brodway del 1964 ambientato ad inizio secolo, mentre la musica di Cole Porter nello strepitoso «Kiss Me, Kate» ha fatto venir giù il Barbican ogni sera dell’estate appena finita.

Gli appuntamenti imperdibili

Non è difficile ritrovare, nella capitale inglese, atmosfere, location, drink list che richiamano gusti e bevande (all’epoca) proibite. Per chi vuole buttarsi nella mischia, allora, da non perdere la notte anni 30, che imita quelle di Harlem, al club 58th Street (stanno per ripartire le prenotazioni), vicino al London Bridge, ma io non ve l’ho detto, e il prossimo «Grand Ball» della rivista «The Chap», anarco-dandy che ne inventano una più del diavolo e che si celebrano la notte del 12 ottobre per i 25 anni del magazine. Dress code? Certo. Eccolo qui: «Ti consigliamo di indossare l’abito più bello che tu abbia mai pensato di indossare e di indossarlo bene, perché la competizione sartoriale sarà agguerrita». Cheers.

Fonte: Il Sole 24 Ore