Meloni all’Onu: sostegno all’Ucraina e riforma democratica del Consiglio di Sicurezza

Altro aspetto cruciale citato dalla premier, sul fronte dell’immigrazione, è la “guerra mondiale” ai trafficanti di esseri umani, dove bisogna fare di più, a cominciare dall’Onu, per “sconfiggere gli schiavisti del Terzo millennio”. Ispirandosi alla formula del “follow the money” intuita da “due grandi giudici italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Su questa formula l’Italia vuole costruire nuova cooperazione anche con paesi dell’America Latina, dove “le legittime aspirazioni di libertà e democrazia continuano a essere disattese”, ha continuato citando nello specifico il caso del Venezuela e delle sue recenti elezioni manipolate.

La premier ha sottolineato infine l’ottantesimo compleanno che incombe nel 2025 per la Carta delle Nazioni Unite, diei suoi principi e valori oggi purtroppo messi in discussione – anche da un membro stesso del Consiglio di Sicurezza, ha aggiunto riferendosi alla Russia. E’ tornata qui a parlare di Ucraina. “E’ per questo che non possiamo voltarci dall’altra parte di fronte al diritto dell’Ucraina di difendere le sue frontiere, la sua sovranità, la sua libertà”.

Kiev e le sue necessità sono al centro del dibattito alle Nazioni Unite: il Presidente Volodymir Zelensky, che oggi parla in Assemblea, ha arringato ieri una speciale riunione del Consiglio di Sicurezza per invitare a maggiori e continui aiuti e ha promesso un “piano per la vittoria” contro l’aggressione del Cremlino del quale potrebbe parlare giovedì alla Casa Bianca in meeting con Joe Biden e Kamala Harris. Biden ha finora tardato nell’autorizzare l’uso di armi di lungo raggio chiesta da Kiev.

Meloni, accanto ai diritti dell’Ucraina, ha citato lo Stato di Israele e il suo diritto anch’esso a difendersi “da attacchi esterni”. Ma qui allo stesso tempo ha detto: “Chiediamo a Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile”. Sulla base dei medesimi principi “sosteniamo anche il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio stato”. Più immediatamente Meloni ha invocato “l’imperativo di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani”. E la fine delle “tragedie nel sud e est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi” durante il recente intensificarsi di bombardamenti. All’Onu si sono moltiplicati gli appelli a una de-escalation in Medio Oriente che scongiuri un conflitto regionale incontrollato.

L’anniversario dell’Onu, ha insistito Meloni, deve inoltre ispirare una “riflessione seria sul multilateralismo e la capacità delle organizzazioni internazionali”. A cominciare da una riforma proprio dell’Onu e dei suoi vertici, che “non può presindere da principi di eguaglianza, democraticità e rappresentatività”. L’Italia qui è contraria in particolare a creare “nuove gerarchie”, con “nuovi seggi permanenti” – una proposta sostenuta invece dagli Stati Uniti – perché “occorre rappresentare meglio tutti, non alcuni”. Alla fine, l’Onu e i paesi membri devono dimostrare di “essere all’altezza” di compiti storici. “L’Italia – ha concluso – è pronta a fare la sua parte”.

Fonte: Il Sole 24 Ore