L’Orient express italiano in cerca di 300 professionisti del lusso

Tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2025, Arsenale spa, società che si prepara a diventare uno dei riferimenti per l’ospitalità di lusso, inserirà 300 persone nelle sue due divisioni Luxury train cruising che ha dato vita a La Dolce Vita Orient Express e Hospitality Hotel & Resort di cui fanno parte l’hotel La Minerva Orient Express di Roma e l’hotel Orient Express Palazzo Donà Giovannelli di Venezia. Nelle due giornate di recruiting, oggi per gli hotel e il 17 ottobre per i treni, il gruppo Arsenale selezionerà i professionisti per il progetto. Raffaele Breschi chief operations officer del gruppo ci spiega che «i profili ricercati sono molto particolari perché stiamo parlando di hotel 5 stelle lusso e quindi di persone che devono essere preparate per questo tipo di ospitalità». Sullo sfondo c’è anche il tema delle risorse investite. Il gruppo «sta facendo centinaia di milioni di investimenti, sulla parte treni si parla di oltre 150 milioni di euro, mentre per i due hotel di 250 milioni – dice Breschi -. Anche alla luce di questo è fondamentale avere uno staff affiatato in cui ognuno interpreti al meglio il proprio ruolo e sappia esprimere un mix di competenze tecniche e soft. Questo chiaramente restringe molto il bacino delle nostre candidature». Tra le figure ricercate ci sono quelle per il servizio cucina, il servizio ristoranti, il servizio ai piani, maggiordomi, front office, guest relations, sommelier, camerieri, pasticceri, barman, oltre ad alcune figure per IT, Finance e Marketing. Le ricerche avvengono in un mercato del lavoro non facile, in parte per la forte concorrenza, data dall’espansione del segmento lusso nell’ospitalità, in parte per ragioni legate alla formazione. «Ci sono molti istituti di alta formazione che formano manager, ma pochi istituti che svolgono lo stesso compito per figure entry level nel lusso, dall’housekeeping al concierge – afferma Breschi -. Proprio per questo stiamo valutando di creare un’accademia per formare le nostre persone che avrà l’ambizione di essere il primo campus in Italia per numeri e qualità nella formazione di figure entry level per l’ospitalità di lusso». Al momento in Arsenale chi viene assunto farà 8 settimane di formazione a carico della società, in cui vengono trattati tutti i temi, dalle skill più tecniche, come preparare una mise en place o rifare una camera, fino a quelle soft, come la leadership.

Nelle diverse fasi della selezione, «guardiamo al profilo, all’esperienza pregressa, all’attitudine a svolgere il lavoro richiesto, ma anche alle competenze tecniche – dice Breschi -. I colloqui finali li seguo io personalmente per capire se effettivamente la persona è quella giusta per noi e noi siamo la società giusta per la persona. I nostri lavoratori sono molto importanti per noi perché rappresentano un po’ un biglietto da visita». Se ci sono delle skill più operative che vengono date per scontate da chi si candida per queste posizioni come la capacità di servire a tavola, rifare una camera, gestire la sala da pranzo e che sono più presenti sul mercato, ce ne è una, «l’empatia, che è per noi la skill più difficile da trovare», dice Breschi. Per spiegare meglio, «le nostre persone sono chiamate a capire il problema del cliente prima che si manifesti, così come a capire se è il momento giusto di parlare col cliente o interrompere una conversazione, fare una battuta. L’empatia è la soft skill che fa la differenza tra il servizio in un 5 stelle lusso e il servizio standard. Noi dobbiamo offrire un servizio customizzato alla nostra clientela». Quanto ai compensi «ci posizioniamo sulla media del mercato di riferimento, anche se nel mondo del lusso l’aspirazione va spesso oltre l’aspetto economico – precisa Breschi -. Operando nel segmento turistico il nostro riferimento è il contratto collettivo nazionale del settore a cui aggiungiamo però alcuni strumenti dedicati di welfare, come la sanità integrativa, e una serie di altri benefit». Ai giovani, spesso poco attratti dal settore «anche per la minore disponibilità alla flessibilità di orari e turni e per la percezione purtroppo comune che nell’ospitalità non si faccia carriera», Breschi offre una visione diversa. Con una storia. «Il nostro general manager – racconta – che gestirà gli hotel di Roma e Venezia ha iniziato la sua carriera tanti anni fa proprio come concierge».

Fonte: Il Sole 24 Ore