Torna a casa il capolavoro veneziano di Vasari

La vicenda è di quelle che rendono la storia dell’arte appassionante come un romanzo. Ci sono voluti quarant’anni di ricerche, acquisizioni, restauri, progettazione e assemblaggio perché un capolavoro rinascimentale come quello realizzato a Venezia da Giorgio Vasari venisse finalmente ricomposto nella sua interezza originale e presentato, praticamente inedito, al pubblico.

Stiamo parlando di un soffitto a cassettoni lignei che Vasari (approdato da poco a Venezia, su invito di Pietro Aretino) dipinse nel 1542 per Palazzo Corner-Spinelli, sul Canal Grande. Un “Trionfo delle Virtù” che colpisce per i colori vibranti e l’arditezza delle posture delle figure e che si rifà evidentemente alla cultura artistica centro-italiana dell’epoca – tra Raffaello e Michelangelo – sulla quale Vasari era ben aggiornato.

Per Venezia una novità assoluta, che riscuote grande interesse tra gli artisti veneziani dell’epoca, soprattutto Veronese, Tiziano e Tintoretto, che finiscono per trarne spunti per le loro opere successive.

Giorgio Vasari realizza il soffitto su commissione del nobile Giovanni Corner, che ha appena acquistato dalla famiglia Lando lo splendido palazzo sul Canal Grande che l’architetto Michele Sanmicheli sta ristrutturando. Il soffitto a cassettoni sarà destinato a una sala di non grandi dimensioni, forse uno studio, che nei documenti viene chiamato “Camera nova”.

Nove gli elementi dipinti, per un totale di 12 metri quadrati di tavole, con la Carità al centro e poi Fede, Speranza, Pazienza, Giustizia ai lati e quattro Putti con tabelle agli angoli. Assieme alle Virtù l’artista dipinge altre figure di ispirazione biblica che completano l’allegoria per similitudine e per contrasto.

Fonte: Il Sole 24 Ore