L’Auto tedesca respira dopo la mossa di Pechino. Porsche guida il rally

Se ci fosse stato bisogno di un’ulteriore conferma è puntualmente arrivata. L’economia tedesca è strettamente correlata a quella cinese, basta prendere nota dei riflessi della grande operazione di rilancio, obiettivo Pil +5%, da parte di Pechino: un’iniezione di quasi 300 miliardi (di dollari) per dare ossigeno alle banche e alla loro capacità di fare credito alle aziende del Dragone.

Ed ecco che, dopo il rally delle piazze cinesi, che ha dato vigore ai titolo dell’auto (da Xpeng con +11,3% a Li Auto +8,15%, da Geely +5,71% a Saic, produttore di MG Motors e partner storico in Cina di Volkswagen +5,25%, fino a Nio con +5,43%), a traino i titoli tedeschi del settore hanno brillato come di rado accade. Nettamente meglio dei concorrenti europei e americani.

L’intero listino principale di Francoforte, il Dax 30, è volato ai nuovi massimi storici, oltre quota 19mila punti. E poi l’exploit di Porsche, brand particolarmente in difficoltà sul mercato cinese, dove ha subito un crollo delle vendite nel primo semestre, titolo sul podio dei migliori con un +6%; Bmw (che in Cina produce le Mini elettriche per il mercato europeo e vende i suoi modelli serie 3, 5, e i suv X1 e X5) +3,7%; Mercedes-Benz (un terzo delle vendite in Cina), fresca del secondo allarme utili in due mesi, è balzata di oltre il 3%.

Perfino Volkswagen, il gruppo più in difficoltà dopo le ipotesi di chiusure di stabilimenti e migliaia di licenziamenti, +2,34%. Tra i migliori titoli sul listino tedesco anche Continental, con oltre il +4%, nonostante il problema di componenti dei freni che stanno costringendo proprio Bmw a un oneroso richiamo di 1,5 milioni di vetture, che potrebbe costare 1 miliardo. Anche Bmw ha dovuto correggere al ribatto gli obiettivi dell’anno.

«Le novità dalla Cina rappresentano il principale catalizzatore del rally – commenta Gabriel Debach, Italian market analyst eToro – diversi marchi, soprattutto tedeschi come Bmw, Porsche, Volkswagen e Mercedes, che recentemente era scivolata proprio a causa di tagli previsionali dovuti prevalentemente alla debolezza cinese, trovano in quel mercato un importante supporto.

Fonte: Il Sole 24 Ore