Builti, dal sensore salva-impianto la spinta per lo scatto dei ricavi

Ponti, pale eoliche, piattaforme petrolifere, edifici in generale. Arriva da qui, dal monitoraggio delle strutture e dall’installazione di sensori evoluti il business di Builti, start-up emiliana nata nel 2018 ma già in grado di conquistare commesse con alcuni dei maggiori gruppi in Italia.

«Quest’anno arriveremo a tre milioni di ricavi, il massimo storico – spiega il co-fondatore Enzo Castellaneta – ma le previsioni sono di crescita ulteriore, tenendo conto degli ordini che già abbiamo acquisito. E infatti, entro fine anno assumeremo altre cinque persone, portando l’organico a quota 20».

Sviluppi legati a due ambiti di attività. Il primo riguarda la mappatura della vulnerabilità sismica e strutturale, cioè lo sviluppo di una metodica (creata insieme al dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Bologna) e di una piattaforma che consenta di valutare il livello di rischiosità di una serie di strutture. «E’ quello che è accaduto ad esempio con Enel – spiega l’imprenditore – che ci ha assegnato il compito di mappare e valutare tutti gli edifici, i magazzini e gli uffici in prossimità delle 500 dighe gestite dal gruppo. Attività svolta coinvolgendo sul territorio un network di 700 ingegneri che ha fornito le informazioni sul campo». Azione analoga di assessment è stata fatta per la rete di 1700 ponti gestiti dal gruppo, così come mappando il rischio geologico della rete di 600 uffici e filiali di Credem in tutta Italia.

In parallelo Builti ha però anche sviluppato un filone “hardware”, una famiglia di sensori in grado di registrare micro-spostamenti e vibrazioni, oggetti già installati in varie applicazioni, a partire dalle strutture lungo il raccordo anulare di Roma. «Esperienza importante – spiega Castellaneta – che ci ha dato la spinta per sviluppare una nuova generazione di prodotti e nuovi strumenti di raccolta dei dati. La difficoltà è quella di mettere insieme più esigenze tra hardware ed elettronica, arrivando ad un buon rapporto segnale-rumore pur in presenza di un costo ragionevole».

Caratteristiche che hanno già convinto più clienti ad avviare questo monitoraggio. Lo sta facendo Eni, lo ha fatto Enel così come ora Edison, per un progetto che riguarda le proprie pale eoliche sparse sul territorio. I sensori verranno installati per valutare la stabilità delle fondazioni, in modo da poter agire in anticipo in termini di manutenzione predittiva qualora si registrassero delle anomalie nelle rilevazioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore