Renault e Stellantis, voci forti di una fusione. Ma si parla anche di un patto a tre con Bmw per l’airbus dell’auto

Ritornano, sempre più insistenti, le voci di una fusione tra Renault e Stellantis che porterebbe alla creazione di un gigante con 18 marchi ed economie di scala forse in grado di sostenere il difficile momento dell’automotive che affronta la complessa e altalenante transizione energetica. Le prime voci erano circolate lo scorso febbraio, poi però della fusione nessuna traccia, ma restavano gli appelli di politica e industria, tra cui proprio i vertici di Renault e di Luca de Meo in persona, volti a favori la costituzione di una sorta di Airbus dell’auto europea.

Progetto che piace ad alcuni governi, quello francese in primis, ma non a Carlos Tavares ceo di Stellantis, che in molte occasioni, anche direttamente al Sole 24 Ore, ha paventato i rischi di una eccessiva omogeneizzazione di marchi, modelli e progettazione nonché una possibile della riduzione del livello di innovazione a causa della minor concorrenza.

Questo però avveniva mesi fa, che con l’attuale velocità di evoluzione dell’automotive è davvero un’altra epoca. Ed è diventato urgente abbattere i costi e competere con i cinesi, o quantomeno trovare forme d’alleanza e di contenimento come ha fatto Renault con Geely (che controlla Volvo) ed è in partnership nella joint venture Horse (per i motori termici) oppure Stellantis con Leapmotor. Un possibile mega gruppo, potrebbe avere Luca de meo come ceo.

Carlos Tavares, inoltre, potrebbe lasciare la plancia di comando del gruppo Franco-italo-americano, nel 2026 alla scadenza del mandato. A spingere verso la mega fusione potrebbe anche essere l’esigenza di costruire vetture elettriche leggere ed economiche (e produrle costa tanto e i margini sono bassi) e per fare questo servono sinergie (Renault le aveva cercate con il gruppo Vw ma non si è arrivati a nulla). Tuttavia, in un recente editoriale sul Sole 24 Ore Luca de Meo ha espressamente indicato, commentando il piano Draghi, che all’automotive europea serve fare squadra e che servono veicoli più compatti e leggeri. Del resto, la sostenibilità dell’auto passa, è noto, proprio dal contenimento di dimensioni e pesi.

Le prossime settimane saranno cruciali per capire cosa succederà e con quali tempi, però c’è un appuntamento importante: il salone di Parigi che aprirà il 13 ottobre (Renault sotto i riflettori del Mondial de l’Auto svelerà la R4 definitiva e un concept avanzato della nuova Twingo elettrica), ma non basta: il 15 ottobre si terrà una tavola rotonda riservata a pochi media, tra qui il Sole 24 Ore, dove interverranno insieme a Luca de Meo, Carlos Tavares e Oliver Zipse numero uno del gruppo Bmw (che peraltro è pioniere dell’elettrico ma mantiene una strategia multi energia). Cosa possiamo aspettarci? Probabilmente una dichiarazione su un accordo, anche solo una “cordiale entente”, tra i tre gruppi per mettere insieme risorse industriali e tecnologiche per affrontare questi difficili tempi dell’automobile. La presenza di una casa automobilistica importante, tedesca, come BMW, darebbe a un eventuale patto una più solida forte notazione paneuropea, proprio, perché coinvolgerebbe la Germania e la sua (ex) potente industria automobilistica.

Fonte: Il Sole 24 Ore