Motore turbo e niente batterie per la Omoda 5

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Il marchio con sede a Wuhu e appartenente al gruppo Chery è arrivato in Italia in estate annunciando diversi modelli per i prossimi mesi, tra cui il primo: Omoda 5 che entra nel mercato italiano a con un prezzo al di sotto dei 30mila euro.

Abbiamo già avuto modo di vedere e guidare il primo modello firmato Omoda e le prime impressioni sono ben diverse ai vecchi detti che sostengono che i prodotti cinesi non sono di buona qualità; possiamo finalmente affermare che è iniziata una nuova era che mette in risalto le qualità positive dei prodotti made in china. In questo caso, Omoda 5 non ha nulla da invidiare ai più blasonati marchi tedeschi tanto conosciuti e apprezzati sul mercato. Dal design alla tecnologia sino ai più piccoli dettagli, Omoda 5 è un’auto costruita con elevati standard e lo dimostra anche il fatto di aver superato a pieni voti i crash test per la sicurezza Euro Ncap come tutte le prove di sicurezza effettuati nei mercati ove l’auto viene commercializzata.

Per semplificare la gamma, Omoda 5 è presentata in due allestimenti (comfort e premium) e la gamma motori comprende (per il momento) solo una versione benzina 1.6 litri turbo da 147 cv (108 kW) e 275 Nm di coppia abbinato a un cambio automatico doppia frizione a sette rapporti. È già stato annunciato l’arrivo per i prossimi mesi di una versione 100% elettrica con un’autonomia dichiarata che si aggira sui 400 chilometri. La versione comfort ha un prezzo di listino (al netto di offerte finanziarie) che parte da 27.900 euro mentre con 2mila euro in più di può accedere all’allestimento premium.

Le forme di Omoda 5 lo rendono un crossover compatto lungo 4,37m, largo 1,82m e con un passo di 2,61 m. Studiato nei minimi dettagli anche il disegno dei cerchi da 18 pollici che unisce lo stile a una funzione aerodinamica. Molto carismatico l’anteriore, dove spicca l’ampia calandra, mentre il posteriore sfoggia il tipico profilo fastback, dove è presente uno spoiler con due fori per convogliare in modo ottimale l’aria e migliorare l’aerodinamica.

Fonte: Il Sole 24 Ore