Arresto e pene severe per violenza su sanitari: il nuovo decreto legge

Arresto obbligatorio in flagranza o in differita – entro 48 ore dal fatto – per chi compie atti di violenza contro i sanitari o danneggia beni destinati all’assistenza. Eccola la nuova stretta voluta dal Governo con un decreto legge di 5 articoli approvato ieri dopo l’escalation di violenze negli ospedali, che ha visto negli ultimi mesi un aumento delle aggressioni fisiche contro il personale sanitario in particolare dei pronto soccorso.

Tutto questo nonostante l’aumento dei posti di polizia negli ospedali nell’ultimo anno, passati da 120 a 196 mentre i poliziotti sono passati da 299 a 432. Già l’anno scorso il Governo era intervenuto aumentando le pene per le violenze contro i sanitari (articolo 583 quater codice penale) aggiungendo successivamente anche la procedibilità d’ufficio.

Pena aggravata per il danneggiamento di strutture sanitarie

Il testo del decreto approvato ieri in consiglio dei ministri, all’articolo 1 aggiorna il Codice penale (l’articolo 635) prevedendo una pena aggravata per il reato di danneggiamento all’interno o nelle pertinenze delle strutture sanitarie, socio sanitarie residenziali o semi residenziali: in particolare si prevede che chi «distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose ivi esistenti o comunque destinate al servizio sanitario e socio sanitario, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 10mila euro».

Il decreto modifica poi l’articolo 380 del Codice di procedura penale introducendo l’arresto in flagranza in caso di lesioni al personale sanitario o danneggiamenti all’interno delle strutture sanitarie.

E poi modifica l’articolo 382 bis con la possibilità dell’arresto differito non oltre le 48 ore (oggi è previsto per i reati di violenza contro le donne o domestica o per i reati commessi nelle manifestazioni sportive come le partite di calcio) anche «sulla base di documentazione video-fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto». In pratica si potrà ricorrere anche ai video e alle foto registrate con dei semplici smartphone.

Fonte: Il Sole 24 Ore