Due medaglie d’oro bergamasche, tra cadute e conquiste

Due ragazze bergamasche, campionesse a cinque cerchi. Un’unica storia di vittorie e di cadute che mette le sue radici nella provincia vincitrice dell’Indice di sportività 2024.

Martina Caironi, 35 anni, nata ad Alzano Lombardo e cresciuta a Bergamo. Il suo addio all’attività agonistica è arrivato dopo l’oro nei 100 metri piani, categoria T63, alle Paralimpiadi parigine. Una finale drammatica, con la caduta di altre due atlete azzurre, Ambra Sabatini e Monica Contrafatto. «In quel momento – racconta Martina – sono riuscita a rimanere concentrata e a concludere la gara. Alla fine ero contenta per la vittoria ma anche un po’ amareggiata per quello che era successo».

Nel corso di una lunga carriera, Caironi si è aggiudicata tre volte il successo nei 100 alle Paralimpiadi (Londra 2012 e Rio 2016 prima di Parigi), cui si aggiungono quattro medaglie d’argento, tre delle quali nel salto in lungo. «È stata una fortuna – dice – crescere in un territorio dove ci sono le società, le condizioni e le competenze adeguate alla pratica dello sport paralimpico».

Chiara Consonni ha dieci anni in meno e alle Olimpiadi ha trionfato (in coppia con la toscana Vittoria Guazzini) nel ciclismo su pista, specialità Madison. Il giorno dopo era in tribuna con i suoi a seguire il fratello Simone, impegnato nello stesso tipo di competizione con l’olimpionico Elia Viviani. Da brividi la caduta di Simone, ma gli azzurri hanno comunque portato a casa l’argento. Una famiglia da podio, insomma.

È in possesso di un bel palmarès su strada e su pista, Chiara, che illustra la vocazione sportiva della sua provincia: «C’è un gran numero di società ciclistiche, fin da quando ero bambina potevo fare tante gare. Ma pure gli altri sport vanno forte. Un esempio? In un paese piccolo come il mio (Brembate di Sopra, circa 8mila abitanti, ndr) abbiamo, tra le altre cose, il palazzetto per basket e volley, una piscina coperta e una pista di atletica all’aperto, con una parte anche per l’attività indoor». Così si eccelle in “sportività”.

Fonte: Il Sole 24 Ore