Fisco, passa la sanatoria. Pagamenti veloci per il Pnrr

Passa il correttivo del Governo per velocizzare i pagamenti del Pnrr. Ma i riflettori sono tutti puntati sull’ok al condono per cinque anni d’imposta (dal 2018 al 2022) per le circa 2,7 milioni di partite Iva che hanno applicato le pagelle fiscali e che aderiranno al concordato preventivo biennale entro il prossimo 31 ottobre. Il correttivo al decreto Omnibus (Dl 113/2024) fortemente voluto dai parlamentari di maggioranza (firmatari: Fausto Orsomarso di Fratelli d’Italia, Massimo Garavaglia della Lega e Dario Damiani di Forza Italia) incassa il via libera delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che hanno chiuso il provvedimento (con mandato ai relatori Claudio Lotito di Forza Italia e Giorgio Salvitti di Fratelli d’Italia) atteso già nel pomeriggio in Aula del Senato dove il Governo chiederà la fiducia. Nell’ultima riformulazione (la quarta) dell’emendamento, compaiono anche le coperture (risultate decisive per il parere positivo di Mef e Ragioneria). L’impatto complessivo è stimato, infatti, in circa 986 milioni nel periodo 2025-2029: 144 milioni nel periodo 2025-2027 sono generati dalla stessa sanatoria, mentre la parte residua di circa 842 milioni arrivano dal fondo per l’attuazione della delega fiscale e quindi ne vanno a ridurre la disponibilità per altri fronti di intervento, come ad esempio una riduzione della pressione fiscale generalizzata. Anche se come ha sottolineato il cofirmatario dell’emendamento e presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, è un aspetto «puramente formale» perché «si sa benissimo che in realtà sono norme che poi aumentano il gettito però formalmente bisogna prevedere una copertura».

Costo ultraridotto

Per il resto l’impianto della sanatoria resta confermato, prevedendo un costo ultraridotto tra l’altro senza sanzioni e interessi. Il calcolo del maggior imponibile da sanare prevede una maggiorazione forfettaria che va dal 5% in più per chi ha un voto Isa massimo (pari a 10) al 50% per i contribuenti caratterizzati da una maggiore inaffidabilità fiscale (voto pari a 3). All’imponibile ottenuto si applicherà un’imposta sostitutiva articolata su tre aliquote, come per i versamenti del concordato preventivo: 10% per i voti dall’8 a salire, 12% per i voti da 6 a 8, 15% per chi non ha raggiunto la sufficienza. Con la possibilità di sanare anche l’Irap con un’aliquota unica del 3,9 per cento. E lo sconto diventa addirittura più sostenuto con un abbattimento del 30% per i due periodi più colpiti dalle restrizioni Covid: il 2020 e il 2021. Si verserà entro il 31 marzo 2025, in un’unica soluzione o come prima di 24 rate mensili.

A questo però farà fronte un aumento dei termini di accertamento: più lungo (fino al 31 dicembre 2027) per chi sceglie il ravvedimento e più contenuto (un anno per i termini in scadenza a fino al 2024) per chi accetta solo il risultato del Fisco con il concordato.

Niente saldo e stralcio per ricerca e sviluppo

Non passa, invece, il saldo e stralcio al 50% dei crediti d’imposta ricerca e sviluppo che è stato derubricato a ordine del giorno. Nessuno spiraglio anche per la riapertura (postuma) fino al 2027 per la detassazione degli impatriati per gli sportivi e i calciatori professionisti. Così come non è passato l’emendamento per abolire ingresso dei tifosi di calcio nei Cda delle società che, come riportato in una nota dal senatore Pd Daniele Manca, è stato causa di malcontento nella maggioranza con Forza Italia che ha fatto mancare il numero legale per protestare sulla mancata approvazione. Ma proprio da Forza Italia una nota precisa che il governo ha garantito l’impegno ad adottare una disposizione abrogativa e «e comunque una proroga dell’applicazione della norma stessa fino al 20 giugno 2025».

La stretta contro la pirateria

In tema di calcio (e non solo), arriva invece l’ok delle commissioni agli emendamenti riformulati di Forza Italia e Fratelli d’Italia che rivedono le regole sul diritto d’autore e prevedono una stretta sulla pirateria in tv e via streaming, arrivando a prevedere per i prestatori di servizi di accesso alla rete che «vengono a conoscenza» di condotte penalmente rilevanti di segnalarlo immediatamente all’autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria. L’omissione può costare carissima perché sarà punita «con la reclusione fino a un anno».

Fonte: Il Sole 24 Ore