Bnp non è più regina delle banche Ue: sorpasso in Borsa di Santander e Intesa

Dopo anni di leadership indiscussa, la francese Bnp Paribas non è più la regina di Borsa tra le banche europee. A sorpassarla da ieri nella graduatoria per capitalizzazione di mercato del banking Ue è la spagnola Santander, che ora guida la classifica con 71,28 miliardi di euro. Al secondo posto, anch’essa dopo aver scavalcato negli ultimi giorni i francesi, è la banca italiana Intesa Sanpaolo (70,16 miliardi) che tallona Santander e relega al terzo posto Bnp Paribas (69,6 miliardi).

Il trend

Può darsi che la perdita dello scettro sia solo temporaneo e che nei prossimi giorni il gruppo francese recuperi terreno. Ma il trend di avvicinamento dei due colossi spagnoli e italiani non è un fenomeno passeggero e va avanti da mesi. Basti pensare che all’inizio del 2024, il confronto tra le “market cap” delle tre grandi banche europee vedeva Bnp a quota 71,8 miliardi, Santander inseguiva a distanza (61,1 miliardi) e Intesa Sanpaolo valeva “solo” 48,3 miliardi.

Cosa sta frenando l’appeal degli investitori internazionali nei confronti di Bnp? Non certo la redditività della banca, che nel primo semestre è stata in linea con le attese degli analisti. Nè la guidance per gli utili dell’intero 2024 che in occasione dell’ultima conference call di fine luglio, illustrando i dati semestrali, è stato ribadito dai vertici che sarà superiore agli 11,93 miliardi del 2023.

Crisi del sistema Francia

A pesare sull’andamento recente delle quotazioni di Bnp, così come su quelle delle altre banche francesi, è stata principalmente la crisi del sistema Francia che è deflagrata all’inizio di giugno con l’inattesa convocazione di elezioni legislative anticipate. Non a caso proprio in quei giorni c’è stato l’inizio della discesa di Bnp in Borsa, che invece solo a metà maggio aveva toccato il massimo annuale, con gli investitori internazionali che da lì in poi hanno messo nel mirino Parigi per l’instabilità politica, accentuatasi dopo le difficoltà nella formazione del nuovo Governo. In aggiunta, dopo i timori espressi dalle agenzie di rating sul debito francese – già sotto osservazione dopo il declassamento a fine maggio da parte di S&P – il faro degli investitori si è concentrato sull’elevato deficit-Pil della Francia a cui il neo Governo Barnier in parte potrebbe far fronte, secondo i rumors di ieri che hanno fatto scendere Bnp e l’intera Borsa di Parigi, attraverso un aumento della tassazione sui grandi gruppi industriali e finanziari.

In questo contesto, da alcune settimane gli investitori hanno iniziato a chiedere un rendimento più elevato per i titoli di Stato francesi avvicinandoli – malgrado il divario nei rating – a quelli dei Paesi dell’europeriferia che in questa fase beneficiano invece della fiducia dei mercati.

Fonte: Il Sole 24 Ore