Manovra, in arrivo taglio ai bonus casa e aumento accise del gasolio

Casa e auto, o più in generale motori. Due temi sentitissimi dagli italiani e su cui si annunciano novità in arrivo. La traccia è scritta nel piano strutturale di bilancio (Psb) e il filo conduttore è rappresentato dalle tax expenditures. Se per quelle relative ai lavori edilizi, il Governo ha già imboccato la traiettoria della riduzione dopo l’esplosione prodotta dalla stagione del superbonus e della cessione dei crediti, nell’operazione riordino annunciata si profila un intervento destinato a colpire anche il settore dei carburanti.

Le tax expenditures

Il Psb punta, infatti, a razionalizzare le 625 spese fiscali con un impatto per 105 miliardi di euro. La prospettiva è quella di intervenire «in determinati ambiti di tassazione, come l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica». Il documento parla di «leva strategica» che mira a dare più efficienza al sistema fiscale e allo stesso tempo a garantire un raggiungimento della strategia di transizione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale.

Sempre l’orizzonte del recupero di efficienza caratterizza anche le prospettive di intervento sulla casa, dove si profilano meno bonus di Stato e più aiuti di mercato per attuare la direttiva case green. Senza dimenticare meccanismi di premialità dedicati alle fasce meno abbienti della popolazione, che rischierebbero di pagare il conto più salato degli obblighi di efficientamento energetico delle abitazioni. Il Psb conferma la strategia di un sempre minor ricorso alle detrazioni e ai bonus fiscali per le spese di ristrutturazione e recupero di efficienza degli immobili. Dopo la forte pressione sui conti pubblici generata dalla cessione dei crediti d’imposta sul superbonus e sulle altre agevolazioni edilizie, la linea è quella di provare a trovare sul mercato quelle forme di incentivazione in grado di sostenere comunque la spinta all’efficientamento imposta dall’Unione europea con la direttiva case green.

Meno detrazioni fiscali

Una delle leve allo studio dell’Esecutivo è quella di «creare un mercato per i certificati bianchi per il settore residenziale civile per incentivare gli interventi più efficienti e ridurre il ruolo delle detrazioni fiscali». L’ipotesi, quindi, è di cercare di estendere il mercato attuale degli attestati di efficienza energetica. Si tratta di titoli negoziabili che certificano gli interventi e le attività finalizzate alla riduzione dei consumi energetici, che possono essere quindi ceduti e acquistati. La strategia farà leva giocoforza sui player del mercato energetico, interessati anche a una diffusione della produzione da fonti rinnovabili. Del resto, come ricorda lo stesso Psb, la direttiva case green fissa un obiettivo «vincolante per la riduzione del consumo medio di energia primaria dell’intero parco immobiliare residenziale»: un risparmio di almeno il 16% rispetto al 2020 entro il 2030, di cui il 55% da conseguire nel 43% degli edifici con prestazioni peggiori. Numeri importanti considerata la vastità del patrimonio immobiliare italiano a livello residenziale che, come mette nero su bianco l’Esecutivo, «è costituito per il 70% da abitazioni con la peggiore prestazione energetica e per il 60% da edifici costruiti prima dell’approvazione della legge sul risparmio energetico degli edifici». Anche se la tendenza mostra segnali incoraggianti, su cui però si legge in trasparenza anche un effetto delle corpose agevolazioni edilizie concesse da Governi e Parlamenti del recente passato e su cui, come anticipato, è invece in corso una drastica inversione di tendenza. Sulla base, infatti, della media degli attestati di prestazione energetica (Ape), i consumi energetici sono diminuiti del 6,2% tra il 2020 e il 2024.

I nuclei in difficoltà

La questione di fondo è aiutare quelle fasce di popolazione più in difficoltà. C’è un problema avvertito di «equità e della sostenibilità sociale». Da qui l’esigenza di introdurre sistemi di premialità per gli interventi sostenuti da famiglie in «povertà energetica». Una strada da percorrere c’è già, in quanto «specifiche risorse», tra cui anche quelle che saranno «erogate dal fondo sociale per il clima», andranno a finanziare misure per mitigare gli impatti sociali e per ridurre la povertà energetica e la povertà da mobilità.

Fonte: Il Sole 24 Ore