Derivati fuori controllo in India, la Sebi decide la stretta

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – Con una mossa mirata a tutelare i piccoli investitori e accrescere la stabilità finanziaria del Paese, il Securities and Exchange Board of India (Sebi) è intervenuto martedì per regolamentare in maniera più stringente il mercato dei derivati dopo che cinque anni di crescita pressoché ininterrotta lo avevano trasformato nel più grande al mondo. Le nuove regole nascono per proteggere gli investitori poco coscienti dei rischi connessi all’impiego di strumenti finanziari sofisticati, ma saranno avvertite anche dalle società specializzate in high-frequency trading che negli ultimi anni hanno operato sempre più numerose in India.

Le nuove norme annunciate dalla Sebi sono sei, entreranno in vigore gradatamente a partire dal prossimo 20 novembre e fanno seguito a delle proposte formulate lo scorso luglio per richiamare l’attenzione su quanto stava avvenendo sui mercati azionari indiani, dove il risparmio era sempre più spesso impiegato a fini puramente speculativi. Si tratta dell’intervento regolatorio più ambizioso dai tempi della pandemia, quando la Sebi cercò di limitare le vendite allo scoperto durante il crollo dei mercati.

Le nuove regole

Uno dei cambiamenti più significativi – e imminenti, perché scatterà il 20 novembre – riguarda la limitazione delle opzioni settimanali. Il regolatore ha attribuito a questi prodotti – introdotti per la prima volta nel 2019 dal National Stock Exchange (Nse), una delle due Borse di Mumbai – la responsabilità per il «trading iperattivo» e la «maggiore volatilità» che si osservano nei giorni di scadenza delle opzioni. «Tutto questo – si legge nella circolare della Sebi – ha delle implicazioni per la tutela degli investitori e la stabilità dei mercati, senza benefici apprezzabili per una raccolta dei capitali che sia sostenibile». Per questa ragione ogni Borsa potrà offrire contratti derivati con scadenza settimanale solo su uno dei suoi indici benchmark.

Le altre regole riguardano la raccolta anticipata del premio delle opzioni e l’eliminazione del trattamento “calendar spread” il giorno di scadenza delle opzioni (entrambe a partire dal 1 febbraio 2025). La triplicazione della dimensione minima dei contratti a 1,5 milioni di rupie (17.860 dollari) e l’imposizione di un margine di perdita straordinaria del 2% su tutti i contratti short in scadenza scatteranno il 20 novembre. Il monitoraggio intraday del rispetto dei limiti delle posizioni sarà effettivo dal 1 aprile del prossimo anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore