Caccia ai tesori arancioni, percorsi unici in 100 borghi d’Italia

La differenza sta tutta in una vocale e nell’aggiunta di un colore: quella che si terrà domenica prossima, 6 ottobre, sarà una caccia non al singolo tesoro – come quelle che riportano alcuni di noi all’infanzia – bensì una caccia ai tesori, arancioni perdipiù. Torna infatti quella che possiamo definire – per rifarci alla definizione più autentica – la più grande caccia al tesoro in contemporanea mai vista in Italia. L’iniziativa del Touring Club Italiano (Tci) si chiama proprio Caccia ai tesori arancioni ed è prima di tutto un invito a scoprire le piccole eccellenze dell’entroterra del nostro Paese, attraverso percorsi unici che si snodano nel cuore dei borghi. Non borghi qualsiasi, ma piccoli e piccolissimi paesi certificati con la Bandiera arancione, che potremmo definire un marchio di qualità turistico-ambientale messo a punto dal Tci nel 1998, pensando al punto di vista del viaggiatore e alla sua esperienza di visita. La bandiera viene assegnata alle località che non solo godono di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, ma che sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità, piccole località a “misura d’uomo” distribuite in tutta Italia, sono a oggi 285, rigorosamente selezionate negli anni tra oltre 3.500 candidature, a seguito della verifica di oltre 250 criteri d’analisi, raggruppati in cinque aree (accoglienza, ricettività e servizi complementari, fattori di attrazione turistica, sostenibilità ambientale e struttura e qualità della località).

La quinta edizione

Arrivata alla quinta edizione (la prima fu nel 2019), la Caccia ai tesori arancioni coinvolge 100 comuni in tutta Italia, pronti ad accogliere migliaia di visitatori in un percorso a sei tappe che svela la più profonda e autentica identità del territorio e delle comunità che lo abitano. Il programma, ogni anno più ricco, prevede diversi filoni tematici scelti dai borghi per permettere di conoscere, in modo inusuale e divertente, il comune: si va dal musicale, con tappe legate alla tradizione musicale del luogo, all’enogastronomico, per assaggiare le specialità che lo rendono un unicum, C’è poi il filone del costume d’epoca, per rievocare e rivivere storie e tradizioni locali. Quest’anno l’esperienza sarà ancor più immersiva: in ogni borgo sarà possibile ascoltare le storie di vita del paese, di personaggi che vi hanno vissuto e di curiosi aneddoti, raccontati dagli stessi abitanti. Come per ogni caccia al tesoro, il bello è partecipare e in questo caso è semplice: basta iscrivere la propria squadra (si poteva fare già dal 2 settembre) su tesori.bandierearancioni.it. La Caccia ai tesori arancioni è aperta a tutti, bambini e adulti, ed è richiesta una donazione che sosterrà i progetti del Tci, per permettere alla fondazione di continuare a prendersi cura dei piccoli centri delle aree interne del nostro Paese, valorizzandole e accompagnandole nel loro processo di rigenerazione. Inoltre i partecipanti, al momento dell’iscrizione, potranno scaricare gratuitamente, dall’app Touring in viaggio, la nuovissima edizione della guida Borghi da vivere 2024 in formato e-book.

Regioni e Bandiere arancioni

Tornando alle Bandiere arancioni, il primato spetta alla Toscana, con 43: oltre a borghi molto famosi come Montalcino o San Gimignano, ce ne sono di meno noti, come Montefollinico, una frazione di Torrita di Siena, o Trequanda e Vicopisano, rispettivamente in territorio senese e pisano. Dopo la Toscana vengono il Piemonte (39 Bandiere arancioni), le Marche (28), l’Emilia-Romagna e il Lazio (24 per entrambe le regioni) e la Lombardia (18). Già solo i nomi danno l’idea della varietà del nostro territorio: tra i più curiosi, l’abruzzese Opi, il salernitano Morigerati e il lombardo Pizzighettone. Il Tci ha calcolato i benefici legati all’essere Bandiera arancione: nell’anno di assegnazione del marchio, gli arrivi salgono del 45% e le presenze del 38% e nel 79% dei comuni Bandiera arancione ha aperto almeno una nuova struttura ricettiva.

Fonte: Il Sole 24 Ore