Manovra, Meloni ai ministri: «Volete aumentare le tasse o tagliare le spese? Meglio tagliare le spese»

Ridurre le uscite «inutili». Anche perché sarà meglio «tagliare le spese» che «aumentare le tasse». Non c’è stato solo il decreto migranti nel menù del Consiglio dei ministri che si è riunito mercoledì 2 ottobre. Secondo quanto riferito da diversi partecipanti, la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sono tornati a esortare i titolari dei dicasteri ad autodisciplinarsi con la spending review. Anche perché altrimenti, avrebbe ripetuto il ministro dell’Economia, toccheranno a tutti «tagli lineari». Una nuova tornata di riduzione della spesa era ampiamente annunciata – è il nuovo parametro, peraltro, da rispettare per essere in linea con il nuovo Patto di stabilità Ue – e ora, a una decina di giorni da quando il governo dovrà mettere nero su bianco i numeri della manovra, anche definire questo capitolo diventa impellente.

Il nuovo round di tagli

Dal nuovo round di tagli dovrebbero essere salvaguardati gli enti locali, che sono stati a via XX settembre anche venerdì scorso per perorare la loro causa, ben accolta, stando a loro, da Giorgetti. L’esenzione non vale però per i ministri chiamati a ridurre «sprechi» e «inefficienze». Meloni si rivolge in particolare al neo arrivato al tavolo, Alessandro Giuli, da poche settimane ministro della Cultura e che si ritrova davanti alla sua prima legge di Bilancio. “Che te lo dico a fa’…” avrebbe scherzato in romanaccio la premier, che si è raccomandata comunque con tutti di procedere spontaneamente alla sforbiciata. “Volete aumentare le tasse o tagliare le spese? Meglio tagliare le spese…”, avrebbe sintetizzato Giorgetti, che già in passato ha subito la processione di colleghi che tentavano di salvaguardare il più possibile il proprio budget. Da tempo nei ministeri sanno di non poter eludere il contenimento delle spese. Con questa giustificazione, ad esempio, a metà luglio al ministero della Giustizia – come si evince da un documento disponibile sul sito di via Arenula – davanti a una richiesta di tre frigobar (per circa 500 euro) si è autorizzato l’acquisto di uno soltanto.

Fonte: Il Sole 24 Ore