Una Biaf dinamica e di qualità

Piena di proposte di livello la BIAF-Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze a Palazzo Corsini, che si è svolta dal 28 settembre al 6 ottobre, con un pubblico di compratori molto attivo. Con il ritorno di giganti storici come Agnews, Colnaghi, Dickinson, Nicholas Hall, Rob Smeets, o trendy come Galleria Continua, Richard Saltoun e Sperone & Westwater. Tra gli “habitués” fondatori o discendenti di gallerie con sedi estere, tra cambi generazionali o passaggi di proprietà: Altomani, Benappi, Maurizio Canesso, Enrico Frascione, DYS Lampronti, Robilant-Voena, Tornabuoni Art. Rafforzano le presenze sul prestigioso palcoscenico Burzio, Lullo Pampoulides, Flavio Gianassi, Ceci Antichità, Reve Art. 80 gallerie, 14 al debutto, un’ offerta fino al contemporaneo di Anish Kapoor, al design Deco e oltre (Roberta e basta). “In un mercato complicato e in rallentamento BIAF rappresenta un vertice insieme a TEFAF. Due mostre che possono e devono essere complementari” è la sintesi di Paul Smeets. A Firenze, malgrado italici limiti strutturali in volumi di scambi e condizionamenti normativi, è arrivato un collezionismo tenace. Col calo degli exploits di aste di arte ultra-contemporanea e Russia e Cina in ritirata, bravi e appassionati i dealers, preparatisi “al limite delle speranze” e premiati “oltre le aspettative” testimonia Giacometti, che vende sopra e sotto i 100mila €: Antonio Mancini, Anton Pitloo, ma anche il Seicento di Carlo Solimena.

L’offerta e le vendite

In offerta “Madonne” museali di Agnolo Allori o Bronzino (1525-6) da Maurizio Canesso (2,5 milioni, notifica inclusa) e di Tiziano, da Carlo Orsi. Sempre da Orsi “Susanna e i vecchioni” di Franz Floris (1548,4/450mila€). E la “Vergine” di Goswijn van der Weyden (Romigioli) o “S.Gerolamo” di Ambrosius Benson (150mila €, Caretto-Occhinegro). “Maddalena” di Louis Finson è passata di mano a 200mila€ da Baratti. Capolavori da Jakob Philipp Hackert a Bernardo Bellotto da DYS44-Lampronti con prezzi a richiesta, che ha venduto due “Venezie” di Michele Marieschi a sei cifre. Quasi un milione per il Reni di Altomani. Tra i ritratti notati “Antonio Medici” di Alessandro Allori (Dickinson), “L’ecclesiastico” di Giacomo Ceruti (Longari, 150mila €) e “Giovane donna” di Umberto Boccioni (500mila €) da AL FineArt che ha ceduto “Caccia” (1863) di Nicola Palizzi a 200mila €. Gli straordinari “Giocatori di carte” di Giacomo Ceruti portano il premio BIAF a Matteo Salamon. Splendidi ritratti napoleonici con J.Baptiste Gauffier (Orsi) e l’ “Achille Fontanelli” (Robilant-Voena). A seguire “Anna Belimbau” di Vittorio Corcos (SocietàBelleArti).

Per il ‘900 notati Afro (1967, da Maurizio Nobile 600mila €) e “Cariatide” del 1925 di Attilio Selva (da Berardi a 110mila €), modernissimo nudo per la fontana di Roma-Piazza Quiriti, scandalo tra i benpensanti. Sensuali pure la “Venere” di Giovanni Lanfranco che va in mostra a Scuderie del Quirinale (da Fondantico, 600mila €), “Giacobbe” di Michele Desubleo (sold da Cantore, oltre 200mila €), sculture di Lorenzo Bartolini (Carlo Virgilio) e di Ambrogio Borghi (Bacarelli). Venduti entro i 200mila € moderni ed antichi da Lampertico e Galileo Chini da Reve Art a 100mila€. Vendite anche su Arnaldo Pomodoro, Alighiero Boetti e Giuseppe Capogrossi da Tornabuoni Art. Successi per Manzù, Mirko Basaldella e Antonietta Raphael da Copetti.

Le chicche

Tra le preziosità le “Teste” di GianLorenzo Bernini da Gianassi, che ha venduto i tondi di Bicci di Lorenzo a 180mila €, la “Natura morta” di Giovanna Garzoni da Colnaghi e un luminoso tappeto Ushak da Mirco Cattai. Tra le porcellane classici di Gio Ponti (da Antichità Giglio e da Pernici). Trattative in corso per Agnews, Gianassi e Galleria Farsetti su milionari de Chirico e Savinio, da Società Belle Arti per l’Ottocento e sul design da Roberta e basta.

I nodi del sistema Italia

Resta l’urgenza di intervenire sull’Iva. Ricorda Carlo Orsi: «sulla tassazione delle opere…perdiamo molta competitività rispetto, ad esempio, ai francesi che tassano le opere d’arte al 5%, noi al 22%!”. C’è dietro una filiera di mestieri di qualità, su cui si cede il primato a francesi, olandesi ed inglesi.

Fonte: Il Sole 24 Ore