Presenze in crescita (+3,6%) e il Mezzogiorno ritorna ai valori pre pandemia

Presenze turistiche in crescita nel 2024. Secondo le stime del Centro studi Srm-Intesa SanPaolo quest’anno si raggiungerà quota 467,2 milioni con un +3,6% rispetto al 2023. Una crescita trainata soprattutto dagli arrivi dall’estero particolarmente vivace grazie a una clientela alto spendente che alimenta la domanda l’industria dell’ospitalità. Dal Mezzogiorno segnali di ripresa proprio grazie agli arrivi dall’estero: oltre 24,3 milioni di arrivi con 86,1 milioni di presenze. È il ritorno ai livelli pre pandemia. Guardando al mese di agosto, secondo i dati del ministero del Turismo è stato registrato un tasso di saturazione delle strutture ricettive prenotabili tramite le piattaforme online del 39%, collocando l’Italia al secondo posto tra i principali competitor del Mediterraneo. A soffrire è la domanda interna con il calo dei pernottamenti di almeno un paio di punti percentuali a causa dei rincari a doppia cifra. Da qui la necessita di adeguare l’offerta al cambio delle stagioni senza dimenticare che molte famiglie hanno deciso di fare le vacanze in settembre per i prezzi più accessibili della bassa stagione. In questo scenario gli affitti a breve termine restano la soluzione preferita su piattaforme come Airbnb e Booking.com ma non si spengono le polemiche sull’overtourism che nelle città d’arte altera gli equilibri tra residenti e l’offerta di locali da adibire a prima casa.

«Si è parlato di overtourism spesso a sproposito: è necessario evitare di generalizzare il fenomeno, per non demonizzare in generale il mondo del turismo che rappresenta una risorsa essenziale per l’Italia – aggiunge Francesco Zorgno, presidente di CleanBnB, società attiva nel mercato degli affitti brevi -. In verità bisogna distinguere tra il turismo gestito male e quello gestito bene. Tutti noi, operatori e viaggiatori, dobbiamo puntare a una vera sostenibilità che porti benefici reali e duraturi ai territori, creando valore per le comunità locali e per l’intera filiera». Da qui la proposta di puntare su una formula di turismo più sostenibile che faccia scoprire e valorizzi le destinazioni minori, i borghi dove si può pernottare in piccole strutture albereghiere, in B&B o stanze dei residenti. Per loro una nuova fonte di reddito mentre l’ospite vive in prima persona scopre e vive esperienze culturali, agroalimentari della tradizione. Quale migliore occasione per acquistare prodotti locali o scegliere i piccoli ristoranti della zona. Secondo Zorgno questa formula di vacanza lenta offre l’occasione di scoprire i dintorni in bicicletta, e-bike, con passeggiate o escursioni a piedi. Scelte sostenibili che tra le altre cose fanno bene alla salute. Si esce così dai binari del tradizionale turismo e qui si dovrà lavorare sulla formazione dei gestori per metterli in grado di fornire indicazioni e consigli agli ospiti. Alleggerire la pressione turistica vuole dire scegliere i periodi di bassa stagione proprio comee fanno i turisti che arrivano dal Nord Europa che iniziano le vacanze da Pentecoste fino a ottobre. «L’overtourism è semplicemente un turismo usa e getta, fatto male. La risposta è solo una: turismo sostenibile che non è solo una moda, ma una necessità per il futuro delle nostre destinazioni – aggiunge il presidente di CleanBnB -. Tutti contribuire a un turismo che non solo rispetta il territorio ma che lo valorizza e lo preserva per il futuro».

Fonte: Il Sole 24 Ore