Borsa, Europa verso apertura incerta tra Medio Oriente e banche centrali

Dopo una settimana negativa (Milano -3,3%), con gli indici europei piegati dai timori per il settore auto e dai venti di guerra in Medio Oriente, le Borse del Vecchio Continente cercano spunti per invertire la tendenza e iniziare l’ottava con toni positivi. Al momento, però, i future sono poco mossi con quelli del Ftse Mib in calo dello 0,08%, quelli del Cac 40 di Parigi dello 0,07%, quelli del Ftse 100 di Londra e dell’Aex di Amsterdam dello 0,05%.

In rialzo dello 0,25% quelli dell’Ibex 35 di Madrid quelli del Dax 40 di Francoforte in aumento dello 0,32%, nonostante il calo degli ordini nel settore manifatturiero in Germania (-5,8% ad agosto). Positive le piazze asiatiche (Tokyo +1,8%), ancora in scia a Wall Street che venerdì ha chiuso positiva dopo il dato sull’occupazione superiore alle attesa. Intanto, i riflettori tornano a puntarsi sulle banche centrali, dopo che il governatore della Banca centrale francese, Francois Villeroy, ha detto, in un’intervista a La Repubblica, che la Bce probabilmente taglierà i tassi nella riunione del 17 ottobre perché la crescita economica è debole e questo aumenta il rischio che l’inflazione non raggiunga l’obiettivo del 2%.

A Piazza Affari occhi su Italgas dopo l’acquisizione di 2i Rete Gas e il piano al 2030. Dopo l’accelerata delle sedute precedenti, con i rialzi settimanali maggiori da inizio 2023 (+8% il Brent, +9,1% il Wti), il petrolio è sulla parità (-0,04% il Wti novembre a 74,35 dollari al barile, -0,2% il Brent dicembre a 77,89 dollari). Il gas naturale scambiato ad Amsterdam cede il 2% a 40,12 euro al megawattora nel contratto novembre, dopo avere segnato una prima posizione a 40,12 euro. Infine, sul valutario euro/dollaro 1,095 da 1,1194 venerdì, euro/eyn a 162,835 da 161,69 e dollaro/yen 148,445, da 144,72.

Inizio di settimana decisamente positivo per l’indice di riferimento della Borsa di Tokyo; il Nikkei ha chiuso infatti a +1,80% a 39.332,74 punti invertendo una rotta che lo aveva visto perdere il 3% la scorsa settimana. Secondo gli analisti a trainare le contrattazioni è stata soprattutto la chiusura record venerdì di Wall Street in seguito ai solidi dati sull’occupazione negli Stati Uniti, in un contesto di continuo indebolimento dello yen in Giappone (il dollaro si è spinto fino a 149,10 yen per la prima volta dal 16 agosto, prima di passare a 148,49). I dati sui posti di lavoro americani hanno evidenziato, viene fatto notare, una situazione occupazionale inaspettatamente forte, che dovrebbe mantenere la spesa dei consumatori sostenuta. Bene anche il più ampio indice Topix che ha guadagnato l’1,68% a 2.739,39 punti. L’indebolimento dello yen ha favorito le azioni delle principali società esportatrici, come Fast Retailing (+3,19%). Il gigante giapponese della vendita al dettaglio Seven & i Holdings ha guadagnato l’1,75%. Le azioni Nintendo hanno registrato una crescita di oltre il 5%.

Anche Hong Kong torna agli scambi con buoni guadagni, allungando la serie dei rialzi innescati dalle misure di stimolo all’economia cinese annunciate nelle scorse settimane dalle autorità di Pechino: l’indice Hang Seng sale in avvio dello 0,93%, a 22.948,35 punti. In luce i titoli tecnologici, il cui indice Hang Seng Tech guadagna oltre il 3%, sulle stime della ripresa dei consumi: Smic, il colosso mandarino dei microprocessori segna un balzo del 21%. Anche i titoli dei produttori di e-car brillano a dispetto del rialzo dei dazi all’import dell’Ue in arrivo: Xpeng sale del 4,08%, Nio dell’1,10% e Byd dell’1,57%. Ancora chiusi, invece, i listini di Shanghai e Shenzhen a causa della lunga festività della Golden Week.

Fonte: Il Sole 24 Ore