«Difficile e controproducente mettere al bando Alternative für Deutschland»

Mettere al bando Alternative für Deutschland, il partito dell’ultra destra che spaventa la Germania e l’Europa con la sua ascesa, potrebbe essere giuridicamente molto complicato e politicamente un errore. Ne è convinto Martin Nettesheim, studioso di diritto costituzionale dell’Università di Tubinga. Un gruppo di parlamentari della Cdu, Spd, Verdi e Linke chiede di portare la Afd davanti alla Corte costituzionale, perché sia messa al bando. Sulla proposta è necessario un voto del Bundestag.

Anche se la mozione venisse approvata, quante probabilità ci sono che la Corte vieti l’Afd?

È estremamente difficile dirlo. Questa è una situazione nuova, che richiederebbe alla Corte di sviluppare le regole sul divieto dei partiti politici, ai sensi dell’articolo 21 della nostra Costituzione. Abbiamo assistito a questa evoluzione delle regole nel corso degli ultimi 70 anni. I primi due procedimenti volti alla proibizione di un partito risalgono agli anni Cinquanta. Da un lato, il Partito comunista e, dall’altro, il partito successore del Partito nazionalsocialista. Furono entrambi proibiti sulla base dell’incompatibilità dei loro programmi con il sistema politico liberale e democratico e con la nostra Costituzione. Ci sono poi stati altri casi e la Corte ha affermato che i partiti possono essere proibiti non solo se si oppongono alla democrazia e allo Stato di diritto, ma anche se hanno un programma o si impegnano in attività che violano il principio della dignità degli esseri umani. Insomma, la Corte non applica un insieme predeterminato di regole o principi giuridici, ma sviluppa la propria giurisprudenza alla luce dell’evoluzione del sistema politico. È difficile dire in quale direzione svilupperanno le loro regole se l’appello contro la Afd arriverà sul loro banco.

Sul verdetto non peserebbero anche valutazioni politiche?

La proibizione di un partito non è solo una questione legale, ma anche una questione politica, strategica. E questo è sempre nella mente dei giudici. Anche se non ne discuteranno apertamente, due questioni strategiche saranno sul loro radar. La prima è che il nostro sistema costituzionale ha lo scopo di impedire un’evoluzione che porti al collasso del sistema democratico e solo se si agisce per tempo si ha successo. Secondo alcuni, siamo già sull’orlo del crollo, in un punto della storia che assomiglia al 1932, la vigilia della presa del potere da parte dei nazisti. E se non si interviene ora, poi sarà troppo tardi. L’altra questione è: cosa succede se si vieta un partito già grande come l’Afd? Alcuni sostengono che tale divieto dovrebbe essere limitato ai partiti regionali dei Länder, come Turingia o Sassonia, per presentare un quadro più differenziato rispetto a un divieto generalizzato. Ritengo più probabile che non si arrivi a un divieto nazionale, che avrebbe meno del 50% di possibilità, mentre un procedimento diretto solo contro la sezione regionale in Turingia avrebbe più del 50%.

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Alcuni membri dell’Afd e alcuni partiti regionali sono già sotto osservazione da parte delle autorità per il loro estremismo, perché non è abbastanza per arrivare alla messa al bando?

Fonte: Il Sole 24 Ore