Illuminazione, non conforme il 71% dei prodotti venduti online

Ben vengano le regole, soprattutto quelle che tutelano la salute delle persone e dell’ambiente, purché contestualmente siano messi in atto anche rigorosi controlli affinché siano rispettate da tutti, evitando così di compromettere non solo il fine ultimo delle stesse regole – la sicurezza e la sostenibilità dei prodotti – ma anche la competitività delle aziende che li producono nel rispetto di tali normative.

L’appello di Assoluce, associazione di FederlegnoArredo che rappresenta le imprese italiane che realizzano apparecchi e sistemi di illuminazione, si unisce a quello di altre 58 associazioni di categoria e organizzazioni di tutela dell’ambiente e dei consumatori europee, che hanno siglato una dichiarazione promossa da LightingEurope per chiedere all’Unione Europea di intervenire concretamente contro le lacune normative che permettono la vendita online di prodotti di illuminazione non conformi.

L’indagine di LightingEurope

Una recente indagine della stessa LightingEurope (l’associazione di categoria che rappresenta l’industria dell’illuminazione in Europa) ha infatti stimato che il 71% dei prodotti di illuminazione venduti online in Europa e ispezionati non sia conforme, mentre il 95% dei prodotti verificati non ha le necessarie certificazioni WEEE e CE né rispetta i requisiti di informazione che garantiscono il rispetto delle norme di Ecodesign, etichettatura energetica e sicurezza elettrica.

Prodotti che arrivano soprattutto da Paesi extra Ue, spiegano le associazioni, e compromettono la sicurezza dei consumatori, la sostenibilità ambientale e la competitività delle imprese italiane ed europee. Se il commercio elettronico è in rapida crescita, un numero sempre maggiore di prodotti per illuminazione venduti online non rispetta le normative europee in materia di sicurezza e sostenibilità.

Norme Ue inefficaci senza controlli

«Questo documento esce ora, poco dopo la nomina della nuova Commissione, nella speranza che possa dimostrarsi attenta alle istanze anche dell’industria – spiega Carlo Urbinati, presidente di Assoluce -. Negli ultimi anni, infatti, l’Unione ha emesso alcuni provvedimenti, in materia di sostenibilità e sicurezza, del tutto condivisibili negli obiettivi, ma che in alcuni casi rischiano di mettere in ginocchio interi settori, per di più senza predisporre strumenti adeguati per controllarne l’applicazione e il rispetto». Il risultato è una perdita di competitività delle imprese europee e questo vale anche per il settore dell’illuminazione, che in Italia rappresenta uno dei fiori all’occhiello del design, con un fatturato alla produzione di quasi 2,4 miliardi di euro nel 2023, per l’80% generato dalle esportazioni, e un saldo commerciale di 864 milioni di euro, in crescita del 38% rispetto al 2022 (dati del Centro Studi FederlegnoArredo).

Fonte: Il Sole 24 Ore