Arriva il freddo: dalla termoregolazione climatica alle finestre schermate, ecco come risparmiare

10. Scegli soluzioni di ultima generazione

Sostituisci il vecchio impianto con uno a condensazione o a pompa di calore ad alta efficienza e adotta cronotermostati, sensori di presenza e regolatori elettronici a distanza.

Le regole

Fin qui i consigli per risparmiare. Ma il tutto si inserisce in un quadro dove le regole sull’accensione e lo spegnimento degli impianti hanno un peso rilevante. E le regole sono quelle delineate da due Dpr (412/1993 e 74/2013). Interessano sia da chi ha un riscaldamento autonomo sia dai condomini. Ogni comune, tuttavia, può decidere di anticipare o posticipare le date ufficiali di accensione dei termosifoni: questo perché esistono zone del paese dove le condizioni climatiche variano in maniera significativa.

Le sei zone climatiche

L’Italia è suddivisa in sei diverse zone climatiche che hanno date di accensione e spegnimento differenti a seconda delle singole province. L’accensione dei riscaldamenti può avvenire tra il 15 ottobre e il primo dicembre 2024, a seconda della zona nella quale si vive. Lo spegnimento, invece, è previsto tra il 15 marzo 2025 e il 15 aprile 2025. E in particolare: zona A (comprende: Lampedusa, Sud e Isole): i termosifoni possono essere tenuti accesi dal 1° dicembre al 15 marzo, per massimo sei ore al giorno. Zona B (comprende: Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani): accensione l’1 dicembre e spegnimento il 31 marzo. I caloriferi possono essere tenuti accesi per massimo otto ore al giorno. Zona C (comprende: Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto). Accensione 15 novembre, spegnimento 31 marzo. Massimo dieci 10 ore al giorno. Zona D (comprende Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia, Viterbo). Termosifoni accesi il primo novembre, verranno spenti il 15 aprile. Massimo 12 ore al giorno. Zona E (comprende: Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona, Vicenza). Accensione tra pochi giorni: il 15 ottobre, spegnimento il 15 aprile. Al massimo 14 ore al giorno. Infine, la zona F. Comprende Belluno, Cuneo e Trento. In quest’ultimo caso non è previsto alcun limite né per quanto riguarda il periodo di accensione e spegnimento, né per quanto riguarda le ore di riscaldamento al giorno.

I paletti per la temperatura massima

A essere regolamentata, ricorda l’associazione dei consumatori Assoutenti, non è soltanto la data di accensione e spegnimento dei termosifoni ma anche la temperatura minima e massima. Le regole impongono che la temperatura massima nelle abitazioni non superi i 19°C, con una tolleranza di 2 gradi. Negli edifici industriali o artigianali, la temperatura deve essere mantenuta a 17°C.

Le regole del condominio

Va poi tenuto conto delle delibere dell’assemblea condominiale che fissano le ore di accensione dei riscaldamenti all’interno di uno specifico condominio, ma devono sempre essere conformi alla normativa nazionale. Nei condomini con impianti centralizzati di riscaldamento i singoli abitanti possono regolare in modo autonomo i propri termosifoni utilizzando delle valvole termostatiche, in modo da ridurre i consumi e quindi la spesa in bolletta.

Fonte: Il Sole 24 Ore