Imprese, stabile il rischio di default. Innovazione motore di crescita

Se i primi tagli dei tassi da parte della Bce, uniti all’avvio del Piano Industria 5.0, sortiranno qualche effetto sulla propensione delle imprese italiane a investire, si vedrà probabilmente nei prossimi mesi. Nella prima parte dell’anno, infatti, tale propensione è rimasta piuttosto stabile, e anche un po’ timida rispetto agli anni post pandemia, come certifica l’ultimo Osservatorio sulle Imprese realizzato da Crif, che sarà presentato oggi in occasione dell’evento annuale Tomorrow Speaks, dedicato ai temi di innovazione del mercato finanziario.

Indicatori stabili nel primo semestre

Basato su un campione di oltre 2,5 milioni di imprese (tra ditte individuali, società di persone e società di capitali), l’Osservatorio fotografia periodicamente i principali indicatori relativi all’andamento del credito delle imprese italiane. Ebbene, spiega il ceo di Crif Ratings Luca D’Amico, nel primo semestre 2024, rispetto allo stesso periodo 2023, non si registrano scostamenti particolarmente significativi per quanto riguarda sia il numero di finanziamenti richiesti (+0,9%), sia il volume dell’erogato (-0,1%).

Positivo l’andamento del tasso di default che, dopo gli incrementi anche marcati registrati a partire dalla fine del 2022, per la prima volta risulta stabile, al 2,46% per le società di capitali, all’1,6% per le società di persone e al 2,4% per le ditte individuali.

Un dato interessante riguarda i prestiti rateali, in cui si nota una crescita complessiva, frutto però di un andamento anche molto diverso a seconda dei settori: «Registriamo ad esempio un calo molto forte nel leasing immobiliare, con un -19,7% di finanziamenti e un -17,7% di erogato, legato a una fase difficile del comparto leasing, con l’eccezione dell’auto, che cresce invece, in maniera rilevante, a causa dell’aumento dei prezzi dei veicoli, ma anche alla transizione green che spinge il rinnovo dei parchi auto».

Trend positivi per turismo e trasporti

Con riferimento alle società di capitali, gli importi erogati nel primo semestre 2024 rispetto al primo semestre 2023 crescono sia nel turismo (+11%), sia nei trasporti e logistica (+10,5%), due settori accomunati da una rischiosità superiore alla media degli altri comparti (rispettivamente 3,5% e 3,6%), dovuta in parte a una fragilità intrinseca delle aziende (soprattutto nel caso del turismo), in parte all’effetto delle turbolenze geopolitiche degli ultimi due anni (soprattutto nel caso di trasporti e logistica). Tuttavia, l’indice di rischiosità è stabile o in leggero calo per entrambi, a giugno 2024, rispetto a dicembre 2023, probabilmente grazie all’effetto positivo degli importanti investimenti che interessano i due comparti, spiega Luca D’Amico, ceo di Crif Ratings. Investimenti spinti, nel caso del settore leisure, dal buon andamento del turismo negli ultimi anni, nel caso dei trasporti, invece, dalla necessità di adeguare il parco veicoli alla transizione green, che quindi spingono le aziende alla richiesta.

Fonte: Il Sole 24 Ore