A Torino l’ex Manifattura Tabacchi si trasforma in polo culturale

Dal Lingotto alle ex Officine Grandi Riparazioni, la cultura del riuso e della valorizzazione è di casa a Torino che oggi ha svelato il progetto che darà un nuovo volto all’ex Manifattura Tabacchi. Due le anime per la rigenerazione: un nuovo polo archivistico e culturale e spazi e servizi per il polo universitario. Architettura contemporanea firmata dal team Eutropia Architettura e Pinifarina Architecture con Weber Architects, a cui si aggiunge un gruppo interdisciplinare, tra cui Paisà Landscape, scelto nell’ambito di un concorso promosso dall’Agenzia del Demanio. Il concept fonde la memoria storica del luogo con soluzioni architettoniche contemporanee, per accogliere in questi spazi un nuovo polo culturale, la comunità e, soprattutto, le giovani generazioni di Torino.

Nel quartiere industriale Regio Parco, situato nella zona nord-est della città, troverà sede anche il nuovo polo archivistico e culturale di Torino, con aule di consultazione, un centro studi, e la rigenerazione delle strutture industriali preesistenti, che accoglieranno un centro universitario completo di residenze, servizi per studenti e aule per l’alta formazione. Lo spazio tra i due nuovi fabbricati, destinati ad archivio dei ministeri della Giustizia e della Cultura, è pensato come luogo di integrazione, con una galleria coperta per attività sociali e culturali. In generale si punta a rivitalizzare il contesto urbano per generare opportunità di apprendimento, aggregazione, lavoro e impresa sociale a favore della comunità locale.

«Il progetto vincitore – si legge in una nota dell’Agenzia del Demanio – stabilisce un legame tra la nuova architettura e l’identità industriale originaria, mantiene un richiamo all’estetica del passato offrendo al contempo spazi moderni e funzionali». Determinante per la scelta da parte della commissione esaminatrice, che ha valutato cinque progetti finalisti, è stata la connessione paesaggistica tra il sistema urbano e le aree naturali circostanti, con l’introduzione di una nuova rete di percorsi immersi nel verde e un forte legame con l’area fluviale.

I due nuovi complessi degli Archivi preservano il forte richiamo al carattere industriale del luogo. «La struttura – spiegano i progettisti – funge da elemento sia formale che architettonico: oltre a svolgere una funzione portante, ispira l’intera progettazione, evocando chiaramente gli edifici preesistenti della Manifattura e le opere adiacenti di Pier Luigi Nervi». Le nervature dell’edificio, sviluppate lungo tutta la sua lunghezza, sono declinate in due varianti e ripetute con altezze diverse, a definire il ritmo compositivo interno ed esterno.

«Le tradizionali coperture a doppia falda – aggiungono – sono reinterpretate con aperture che richiamano gli shed industriali, creando un dialogo con gli edifici circostanti. All’interno, la struttura assume un design più ricercato, con raccordi smussati e arrotondati, delineando uno stile avvolgente e inclusivo».

Fonte: Il Sole 24 Ore