l’effetto del riscaldamento globale sugli oceani”

I danni provocati dall’uragano Milton in Florida impongono una riflessione di prospettiva e sulle cause di questi fenomeni e lo studio per poterne prevedere l’evoluzione futura. A incidere, è la temperatura. E quel “grado e mezzo” in più registrato nell’acqua degli oceani capaci di accendere e far funzionare «quella macchina termodinamica perfetta che è l’uragano».

Il climatologo dell’Enea

La definizione è di Gianmaria Sannino, climatologo dell’Enea e studioso esperto di questi fenomeni.

«Sono andato a rivedere i dati degli anni 70, 80 e 90 – dice – e ho scoperto che in quel periodo si venivano a formare meno di 10 uragani a decade. Negli ultimi anni, e parlo del periodo 2000, 2010 se ne sono formati 30 di categoria 4 o 5. Quello che emerge è che è cambiata la potenza dell’uragano».

Le previsioni

Poi un altro dato previsionale. «Dal 2022 la temperatura degli oceani è salita in maniera importante, quanto successo anche nel Mediterraneo è un segnale allarmante – prosegue -. Nel corso degli anni gli oceani, che sono il polmone, respiravano e assorbivano il calore in eccesso prodotto dal riscaldamento globale. Dove è finito il calore? Negli oceani che hanno capacità termica superiore all’atmosfera e impiegano molto più tempo per riscaldarsi. Ma questo fatto non deve essere sottovalutato, perché gli effetti e gli impatti di un incremento seppure minimo della temperatura, hanno effetti esponenziali».

Le temperature degli oceani salgono

Uno scenario tutt’altro che confortante. «A partire dal 2022 e per il 2023 e per il 2024 le temperature degli oceani non sono mai state cosi alte e non è un caso che ci siano eventi come quello della Libia o due uragani di categoria 4 o 5. Per la prima volta, in centinaia di anni la temperatura ha superato il limite del grado e mezzo, e si tratta della soglia che non avremmo dovuto superare secondo l’accordo di Parigi».

Fonte: Il Sole 24 Ore