Yacht, si rafforza a Taranto la produzione di Benetti

Si rafforza a Taranto la produzione di scafi di yacht per Benetti, leader mondiale del settore. Dopo il primo varo, a maggio, del FB616, ne è avvenuto un secondo, l’FB618, ed è in programma un terzo, per uno scafo ancora più grande, nella prossima primavera. Ma la novità è che sarà realizzato a Taranto anche il prototipo di una nuova linea Benetti, si presume da gennaio. Lo annuncia Pasquale Di Napoli, presidente della sezione navalmeccanica e metalmeccanica di Confindustria Taranto e a capo di Sea Style Company spa, l’azienda che insieme a SGM srl e a Costruzioni Generali srl ha effettuato il varo dei primi due yacht. «Stiamo già discutendo della quarta imbarcazione – afferma Di Napoli -. Si tratta di un 57 metri di una nuova linea Benetti, un prototipo che con molta probabilità riusciremo a portare a Taranto. Prima di maggio non si parlava di mega yacht, adesso, invece, siamo al secondo varo e vogliamo continuare».

Scafo da 50 metri

L’ultimo varato, nell’area degli ex Cantieri Navali di Fincantieri sul Mar Piccolo, ha caratteristiche analoghe al primo: 50 metri di lunghezza e 200 tonnellate di peso. Vi hanno lavorato per un anno in media 50 addetti con una punta di 80. Valore commerciale, una volta finito, circa 40 milioni di euro. Rispetto al primo, il secondo yacht lascia Taranto con due motori installati da 2.500 cavalli ciascuno, anche se non ancora funzionanti. Questo ha fatto sì che la messa in mare avvenisse in due fasi distinte: prima lo scafo, sollevato dall’area di banchina da due potenti gru, e poi la sovrastruttura, cioè la parte sovrastante.

«È stata montata la sovrastruttura in un secondo momento – spiega Di Napoli – in quanto il peso dei motori compensa quello della sovrastruttura. Poiché per ora non c’é la possibilità di rifare le banchine dell’area ex Cantieri Navali, siamo ai limiti con l’utilizzo delle gru. E quindi per non rischiare, è stato messo in acqua prima lo scafo e in seguito la sovrastruttura. Quest’ultima è stata montata ma non saldata. È stata serrata con degli ancoraggi provvisori per consentire allo scafo di navigare, poi quando si arriverà a Livorno sarà completata». Nel cantiere Benetti lo scafo sarà ultimato e allestito come il precedente. Lo yacht raggiungerà la città toscana partendo dalla calata 1 del porto. Ad aprile toccherà invece ad un 60 metri che è già in lavorazione.

Cantieri di Puglia

L’area degli ex Cantieri è un sito provvisorio poiché Di Napoli ha già programmato di trasferirsi nello yard ex Belleli con un nuovo investimento: Cantieri di Puglia. Qui si proseguirà nella costruzione degli scafi per i committenti (c’è anche Sanlorenzo) mentre gli ex Cantieri Navali fungeranno da supporto. Nello yard, Cantieri di Puglia è subentrato a Ferretti che a marzo ha rinunciato a Taranto. L’investimento del subentrante (stesse caratteristiche, 200 milioni tra pubblico e privato, 200 occupati diretti, ma lavorazioni diverse: acciaio e alluminio al posto della vetroresina) è però attualmente frenato dal fatto che dai ministeri hanno chiesto un nuovo passaggio dal Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto (Cis), che è fermo da due anni.

«Se dobbiamo farlo, anche se dal Cis il progetto è transitato già, facciamolo, ma purché non si traduca in lungaggini e attese infinite», osserva Di Napoli. E Maurizio Abbatematteo di SGM, che sconta problemi simili per l’area degli ex Cantieri, dove vuole realizzare un altro progetto di cantieristica navale, commenta: «Noi abbiamo due vincoli: il Sin e il parco regionale del Mar Piccolo. Auspichiamo una schiarita che ci permetta di investire. Se avessimo le banchine, negli ex Cantieri oltre agli scafi per yacht, avremmo la possibilità di costruire qualcosa di più rilevante. Ma purtroppo siamo limitati. E un cantiere navale ha bisogno di strutture e gru per fare vari importanti. Comunque stiamo trattando altri lavori. Questo sito permette di fare tanto per strutture che vanno movimentate in mare poiché non possono essere trasferite su gomma».

Fonte: Il Sole 24 Ore