Manovra: si stringe sulla spending review, più soldi alla sanità

La caccia alle risorse per la manovra accelera con una stretta sui tagli alla spesa. Se con la prossima legge di bilancio, come promesso dalla premier Giorgia Meloni, non verranno chiesti “nuovi sacrifici” agli italiani, è sulla voce spending review che è puntata la lente del ministero dell’Economia alla ricerca di potenziali nuove coperture. L’unica voce che non sarà toccata è la spesa sanitaria.

Il quadro prenderà forma nei prossimi giorni, quando sarà pronto il Documento programmatico di bilancio con le principali linee di intervento della manovra, che l’Europa attende entro il 15 ottobre. Termine che Bruxelles ha concesso a Roma anche per l’invio del Piano strutturale di bilancio appena approvato dal Parlamento. Il Dpb, ultimo step di avvicinamento alla legge di bilancio, formalmente attesa entro il 20 ottobre in Parlamento, verrà varato all’inizio della prossima settimana, probabilmente il Consiglio dei ministri nel pomeriggio di lunedì.

Le coperture

Alla voce coperture ci sono i 9 miliardi in deficit ricavati dalle cifre del Psb, il potenziale miliardo che potrebbe arrivare dal taglio alle tax expenditures, il gettito stimato di circa un miliardo dal riallineamento delle accise del diesel e della benzina. Oltre ai circa 4 miliardi frutto dell’abrogazione dell’Ace e dell’introduzione della global minimum tax già destinati a rifinanziare la nuova Irpef a tre aliquote. Almeno 1,5 miliardi sono attesi dal concordato biennale, da cui dipende la possibilità di estendere i tagli dell’Irpef al ceto medio.

Spending review da 2 miliardi, esclusa la sanità

Sul fronte della spending review l’obiettivo è fissato a 2 miliardi per il 2025. L’unica voce che non sarà tagliata è la spesa sanitaria, su cui il governo si è impegnato a mantenere l’incidenza sul Pil.

«Come ha detto Giorgetti, la sanità avrà il suo spazio» in manovra, ha confermato il ministro della Salute Orazio Schillaci. Che si dice «tranquillo e fiducioso» sul fatto che arriveranno più soldi: rispetto ai 5 miliardi stanziati nella legge di bilancio dello scorso anno, dovrebbe arrivare un aumento dei fondi dell’ordine dei 2-2,5 miliardi. La preoccupazione di Schillaci è soprattutto che «i soldi vengano spesi bene e spesi bene in tutte le parti d’Italia»: non come per le liste di attesa, ha esemplificato, dove i soldi ci sono «ma non tutti li hanno spesi».

Fonte: Il Sole 24 Ore