Piano casa lavoratori, ipotesi fringe benefit per gli affitti dei dipendenti

Potrebbe arrivare già nella manovra il «Piano casa» chiesto da Confindustria per favorire l’assunzione di chi si trasferisce per trovare un impiego. È stato il presidente Emanuele Orsini ad avanzare al governo questa proposta perché molte aziende, vista la scarsità di manodopera in loco, lamentano la difficoltà di trovare lavoratori in altre zone, proprio perché questi non possono affrontare la spesa per l’affitto della casa. Orsini, che aveva già ottenuto un tavolo interministeriale sul tema, ha già incontrato i ministri Giorgetti e Urso.

«Dobbiamo essere attrattivi sia verso i lavoratori che si spostano da una parte all’altra delle nostre città italiane ma anche per poter sapere attrarre i lavoratori stranieri» aveva detto nei giorni scorsi il numero uno degli industriali. La proposta di un piano casa «non la presentiamo perché è una nostra esigenza, abbiamo un’esigenza di salvaguardare le industrie del Paese facendo ovviamente un pezzo di welfare».

Urso: intervento in due fasi

Il governo sta lavorando a un “piano casa” per aiutare – come richiesto da Confindustria – i dipendenti che devono spostarsi di residenza e hanno difficoltà a trovare case in affitto a canoni calmierati ha confermato il ministro del Made in Italy Adolfo Urso al Corriere della Sera. L’intervento – ha spiegato Urso – potrebbe arrivare già nella manovra e avverrà in due fasi.

Agevolazioni fiscali e aree del demanio messe a disposizione

«La prima transitoria per supportare fiscalmente le assunzioni di chi deve spostarsi e prendere una casa in affitto; la seconda di carattere strutturale per favorire la costruzione di alloggi per lavoratori da parte delle aziende, mettendo a disposizione aree del demanio e semplificando le procedure».

Ipotesi fringe benefit per l’affitto

Tra le ipotesi c’è anche quella di prevedere un “fringe benefit” per l’affitto sostenuto dai lavoratori (già con la legge di bilancio 2024 tra le voci di spesa che le aziende possono rimborsare ai lavoratori rientra l’affitto fino a un tetto di 2.000 euro esentasse). Nella manovra si potrebbe intervenire su questa voce, oppure – nello stesso tempo o in alternativa – introdurre uno sgravio ad hoc per le imprese che forniscono alloggi ai lavoratori che devono cambiare residenza.

Fonte: Il Sole 24 Ore