Nucleare: dal materiale ai costi, tutto quello che c’è da sapere sul deposito nazionale per i rifiuti radioattivi

Il perché l’Italia debba dotarsi, e anche rapidamente, di un deposito per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi l’ha sottolineato di recente il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha ricordato sia la procedura di infrazione a carico dell’Italia per il mancato avvio di questo percorso sia la necessità, come peraltro impone anche la normativa nazionale, di riunire in uno stesso luogo tutti i rifiuti radioattivi presenti nel nostro Paese. E che attualmente sono smaltiti in più depositi, ce ne sono un centinaio in 22 diversi siti, come ha evidenziato lo stesso ministro. Ma cosa sappiamo del progetto del deposito nazionale che dovrebbe essere pronto entro il 2039? Come sarà costruito? Ecco, in dieci domande e risposte, tutto quello che c’è da sapere.

1) Come sarà costituito il deposito nazionale?

Il deposito nazionale va visto come un mosaico con più tessere perché sarà costituito da più livelli: le strutture per smaltire i rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività e quelle per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi a media e alta attività. Queste ultime, in particolare, dovranno essere trasferite in un deposito geologico idoneo a rendere possibile la loro sistemazione definitiva. Va ricordato che, a differenza di quanto accade negli altri Paesi, il progetto italiano per il deposito nazionale prevede anche la realizzazione, nello stesso sito del primo di un parco tecnologico, un centro di ricerca aperto a collaborazioni internazionali, nel quale si svolgeranno attività nel campo energetico, della gestione dei rifiuti e dello sviluppo sostenibile. Sarà un polo di attrazione per l’innovazione scientifica e tecnologica nell’industria e un richiamo per un’occupazione qualificata.

2) Quanto sarà grande?

L’area complessiva sarà di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al centro di ricerca. Ci saranno, come detto, più pezzi: all’interno dei 110 ettari del deposito, sarà posizionato il settore di smaltimento per i rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività (10 ettari) e, sempre su una superficie di eguali dimensioni, anche i quattro edifici di stoccaggio per i rifiuti radioattivi a media e alta attività. I rimanenti 90 ettari sono destinati alle altre aree che serviranno a realizzare gli altri tasselli del deposito. alle

3) Ci saranno più livelli per la sua costruzione?

Sì, come in una sorta di gioco a incastro. Secondo il progetto, i cui dettagli completi si possono consultare sul sito dedicato al deposito nazionale (www.depositonazionale.it, curato dalla Sogin, la società pubblica incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi), ci saranno delle barriere ingegneristiche e naturali poste in serie per il contenimento della radioattività e la struttura sarà progettata secondo i migliori standard internazionali. Le barriere ingegneristiche di protezione saranno realizzate con specifici conglomerati cementizi armati, in modo da confinare la radioattività dei rifiuti per il tempo necessario al suo decadimento. Al termine di questo periodo, la radioattività sarà a livelli tali da non distinguersi da quella naturale e quindi non ci sarà più bisogno della protezione del sistema multi-barriera.

4) Come saranno custoditi i rifiuti radioattivi?

Dentro 90 costruzioni in calcestruzzo armato (le “celle”) saranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale (i cosiddetti “moduli”), che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con i rifiuti radioattivi già condizionati, detti manufatti. Nelle celle verranno sistemati definitivamente circa 78mila metri cubi di rifiuti a molto bassa e bassa attività. Una volta completato il riempimento, le celle saranno ricoperte da una collina artificiale di materiali inerti e impermeabili, che rappresenterà un’ulteriore protezione e permetterà un’armonizzazione dell’infrastruttura con l’ambiente circostante. In un’apposita area del deposito, sarà realizzato un complesso di edifici idoneo allo stoccaggio di lungo periodo di circa 17mila metri cubi di rifiuti a media e alta attività, che resteranno temporaneamente al deposito, per poi essere sistemati definitivamente in un deposito geologico.

Fonte: Il Sole 24 Ore