Più consumi di frutta tropicale, ma crolla la produzione di pere e kiwi

Frena la predisposizione all’import del comparto ortofrutticolo, anche se la perdita di competitività – aggravata da climate change e fitopatie – si manifesta attraverso alcuni prodotti simbolo del sistema Italia (pere, agrumi, kiwi). Intanto si rafforza la richiesta dall’estero di prodotti sempre più consolidati nel paniere Istat come l’avocado, il cui import cresce dell’8,81%.

I dati Istat (rielaborati da Fruitimprese) relativi al settore nel primo semestre 2024, registrano 1,8 milioni di tonnellate di esportazioni per 2,8 miliardi di euro: in percentuale si tratta di una crescita tendenziale del 5% a volume e del 3% a valore. L’import tiene il passo con quantità, che superano del 3,8% il primo semestre 2023 e con un incremento a valore del 5,2%: il saldo della bilancia commerciale risulta positivo di 31,5 milioni di euro, anche se in diminuzione del 63,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.

L’analisi delle singole tipologie rivela un quadro composito. I valori pressoché stabili (+0,4%) di tuberi, legumi e ortaggi esportati – ad esempio – ci raccontano una perdita ingente in termini di prezzo del prodotto, dal momento che le quantità esportate crescono dell’11,4% rispetto al primo semestre ’23. Stessa sorte per quanto riguarda gli agrumi (+12,6% i volumi, + 5,2% i valori).

Nel segmento della frutta fresca è invece la scarsa disponibilità (-2,9%) di alcune merci a tenere alti i valori (+5,5%). E mentre la frutta secca tocca il minimo storico degli ultimi 15 anni (-10,3% i volumi e – 2,2% i valori), la frutta tropicale mette a segno l’ennesimo exploit (+28,7% e +18,3%).

Arance e mele si confermano campioni del nostro export (queste ultime con volumi stabili, ma valori in aumento del 10,93%), mentre kiwi e pere continuano a perdere posizione nel ranking dei prodotti da esportazione, vittime di una pesante crisi produttiva. Pur mantenendo un valore esportato poco al di sotto dello scorso anno (275,1 milioni di euro, -2,9%), perdono quasi un terzo delle quantità esportate. Crolla ulteriormente anche l’export di pere, che si attesta poco al di sopra delle 10mila tonnellate, dimezzando ulteriormente i valori rispetto ai primi sei mesi del 2023.

Fonte: Il Sole 24 Ore