D-Orbit, maxi-ordine Esa da 120 milioni per allungare la vita ai satelliti

Andare in orbita con un satellite, agganciarne un secondo arrivato a fine vita, posizionarlo altrove ricollocandolo in modo tale da prolungarne l’attività. Fantascienza o quasi, che tuttavia ora si appresta a diventare realtà per effetto della scelta dell’Agenzia Spaziale Europea, che con un maxi-contratto da quasi 120 milioni affiderà alla comasca D-Orbit questa nuova missione.

Annuncio effettuato nell’ambito dell’International Astronautical Congress di Milano che fa parte del più ampio programma Space Safety e che vede come aspetto chiave di questo contratto lo sviluppo di una piattaforma satellitare innovativa progettata per dimostrare le capacità di in-orbit servicing in orbita geostazionaria.

La missione, battezzata Rise, dimostrerà la capacità di agganciarsi a un satellite geostazionario, di manovrarlo e poi rilasciarlo. Di fatto, spiega l’Esa nella descrizione del progetto, questa attività spalanca le porte all’allungamento della vita operativa dei satelliti geostazionari che per qualche motivo, come l’esaurimento del propellente o un guasto parziale, non possono controllare la loro posizione in orbita, ma sono altrimenti in grado di continuare la loro missione.

La missione, in partenza nel 2028, prevede l’arrivo di Rise (tre tonnellate di peso, di cui 800 kg di carburante) ad un’altezza di 36mila km, per poi, dopo aver testato i propri sistemi, spostarsi 100 km più in alto, nella fascia in cui sono in genere parcheggiati i satelliti gesostazionari arrivati a fine ciclo.

A questo punto RISE si incontrerà con il satellite attivo del cliente, uniformandosi alla sua velocità e traiettoria nell’orbita del cimitero. Una volta assicurato l’ancoraggio, RISE cambierà il suo assetto e la sua orbita, dimostrando di avere la capacità di manovrare con precisione la navicella spaziale del cliente. In seguito, RISE lascerà di nuovo andare il satellite e si posizionerà a sua volta in un’orbita di parcheggio tra “cimitero” e orbita geostazionaria in attesa della sua prima avventura commerciale.

Fonte: Il Sole 24 Ore