Due anni di governo Meloni, ecco tutti i numeri: 2 manovre con la terza in arrivo, 74 decreti e 67 blindature

A onorare l’inizio del terzo anno di mandato del governo sarà di fatto la torta della manovra, farcita con la conferma del taglio del cuneo e dal piano sulle aliquote Irpef ma non senza ingredienti indigesti almeno a una parte della maggioranza, come i massicci tagli alla spesa dei ministeri. E quella che si materilalizzerà dopo la presentazione del Documento programmatico di bilancio sarà la terza legge di bilancio targata Meloni-Giorgetti, sulla scia delle prime due varate nei primi 24 mesi di attività dell’esecutivo, che è in carica dal 22 ottobre 2022. In questi due anni di attività sono transitati lungo la rotta del Parlamento, oltre agli interventi di finanza pubblica, il pacchetto giustizia, il Ddl sicurezza, la delega fiscale, le riforme con il premierato, ancora a metà del guado, e l’autonomia differenziata, in attesa di piena attuazione e con lo spettro del referendum all’orizzonte. Ma sono state confezionate anche misure per contrastare l’immigrazione e per fronteggiare varie emergenze: dalle alluvioni alle ricadute del conflitto russo-ucraino. È insomma una gamma variegata di norme e disposizioni quella che compare nei circa 300 provvedimenti legislativi (298 a fine settembre) adottati dal governo Meloni nel suo primo biennio. Una mole non trascurabile di interventi spesso confluiti nei tanti decreti legge (74) sgorgati da Palazzo Chigi, non senza critiche delle opposizioni ma anche delle stesse Camere per l’eccessivo utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza.

Già varati 74 decreti legge

Dall’ultimo monitoraggio della Presidenza del consiglio emerge che dal 22 ottobre 2022 a tutto il 30 settembre 2024 nel corso delle 97 sedute del Consiglio dei ministri erano stati varati 72 Dl (pari al 24% di tutti i provvedimenti “approvati”), ai quali si aggiungevano 104 decreti legislativi (35%) e 122 disegni di legge (41%). Nel frattempo le sedute del Cdm sono salite a 99 e i decreti legge sono ulteriormente lievitati a quota 74.

Fisco, riforme e giustizia in testa alla classifica dei provvedimenti presentati

Di questo fiume di norme il 63% dei testi ha riguardato specifiche politiche di settore, il 18% è legato a recepimenti di normativa europea e il restante 19% è costituito da ratifiche di trattati internazionali. Palazzo Chigi fa notare che nell’85% dei casi i provvedimenti deliberati hanno toccato 8 punti del programma di governo, a cominciare da “per un fisco equo” (56 testi, pari al 19,2%) e da riforme istituzionali, della giustizia e della Pa secondo Costituzione (47 provvedimenti, il 16,2%). Su sicurezza e contrasto all’immigrazione illegale al 30 settembre risultavano concentrati 37 provvedimenti (ovvero il 12,7%), un gradino più sotto la voce “Italia, a pieno titolo parte dell’Europa, dell’Alleanza Atlantica e dell’Occidente”. Quanto ai soli decreti legge, al 30 settembre scorso 61 risultavano convertiti in legge, 7 erano stati abrogati e confluiti in altri provvedimenti e 4 erano in attesa di conversione.

Questioni di «fiducia» a quota 67

Nel mirino delle opposizioni non è finito solo il frequente ricorso ai Dl, ma anche quello alle “blindature” dei provvedimenti. Dall’ultima rilevazione di OpenPolis emerge che in 24 mesi l’esecutivo Meloni ha fatto ricorso alla questione di fiducia in 67 occasioni, preceduto solo dal gabinetto Renzi, che ne ha poste 68 ma in un arco temporale molto più lungo (33 mesi) e seguito dagli esecutivi Draghi (55) e Monti (51). Sempre secondo OpenPolis in media l’attuale governo ha utilizzato lo strumento della blindatura 2,72 volte al mese, secondo soltanto all’esecutivo Monti (2,79).

Il governo riduce i decreti attuativi ma il Parlamento li moltiplica

Il Governo Meloni sta intensificando l’azione di smaltimento dell’enorme flusso di decreti attuativi, alimentato anche dagli adempimenti introdotti dal Parlamento. Basti pensare che ben 40 dei 105 provvedimenti di attuazione che sono sgorgati negli ultimi tre mesi arrivano da norme introdotte durante l’iter di conversione dei decreti-legge in sede parlamentare. In tutto il governo deve adottare ancora 521 testi (compresi quelli ereditati dagli esecutivi della scorsa legislatura) me dal suo insediamento ne ha già smaltiti ben 642, dando, tra l’altro, assoluta priorità alle norme autoapplicative. Con questa strategia Palazzo Chigi afferma di aver liberato per il triennio 2022-24 risorse per «oltre 182 miliardi, di cui: 173,6 miliardi riferibili alla legislatura in corso e 8,3 miliardi sbloccati mediante l’adozione dei provvedimenti attuativi riferiti alla XVIII legislatura».

Fonte: Il Sole 24 Ore