Energia Motor Company sceglie la liquidazione giudiziale

La decisione è stata ufficializzata ieri sera, dopo il Cda di Energica Motor Company: l’azienda modenese di moto elettriche ad alte prestazioni, dopo solo dieci anni di vita – gli ultimi due sotto il controllo al 75% dal fondo americano Ideanomics Inc. – si prepara a entrare in liquidazione giudiziale per stato di insolvenza, così come previsto dal Codice della crisi di impresa. E quindi cessa la sua attività.

«Una decisione obbligata», spiega Livia Cevolini, Ceo dell’azienda spinoffata dal gruppo di famiglia CRP, marchio di riferimento nella motor valley per l’ingegneria e la componentistica d’avanguardia per la Formula 1, di fronte all’imminente scadenza (il prossimo 22 ottobre) del contratto di solidarietà per i 50 dipendenti, all’impossibilità dell’azionista di controllo americano (accusato in agosto dalla SEC di frode per false comunicazioni finanziarie) di finanziare il piano industriale di Energica, e alla fallita ricerca di nuovi partner industriali o finanziari.

Le promesse mancate di Ideanomics

«La mia famiglia è socio di minoranza di Energica Motor e deve tutelare gli interessi e i dipendenti di tutte le altre aziende del gruppo, che sono già molto esposte in termini di crediti vantati – spiega la Ceo – e ha già finanziato Energica ben oltre la propria quota del 25 per cento. Bruciamo quotidianamente cassa e non abbiamo un investitore, siamo obbligati per legge a fermare l’attività». Tutti gli impegni presi da Ideanomics – gruppo nato in Cina 20 anni per sviluppare la mobilità green ed elettrica, trasferito negli Usa e quotato al Nasdaq dal 2019, ma il titolo listato a 5 dollari oggi oscilla poco sopra lo zero – sono stati disattesi, complice anche la crisi dei titoli tecnologici e della mobilità elettrica in Europa. A partire dal finanziamento del business plan che nel 2022 prevedeva decine di milioni di investimenti nello stabilimento di Soliera (Modena) per arrivare a produrre 1.500-2.000 e-motor Experia, il traguardo per il break-even.

L’anno spartiacque: il 2022

«Nonostante le difficoltà finanziarie già emerse nel 2022, quell’anno abbiamo raccolto 1.100 ordini e abbiamo chiuso il bilancio con 13 milioni di euro di fatturato (un +200% sull’anno prima) producendo solo la metà degli ordini, saremmo arrivati a 24 milioni avessimo avuto la capacità produttiva per rispettare tutte le commesse», spiega Cevolini. Eppure anche in quel 2022, con 150 dipendenti al lavoro e una produzione media di 25 moto a settimana (oggi il ritmo è di un paio di mezzi prodotti) il margine operativo era negativo per 12,4 milioni di euro. La mancanza di liquidità ha poi gradualmente portato al dissesto.

Il successo di mercato e il crac dei conti

«È un delitto – commenta il Ceo – perché parliamo del pioniere nel settore delle moto elettriche, di una azienda dinamica all’avanguardia per competenze che ha raccolto record e guinness sul mercato, con 130 punti vendita nel mondo e con 2mila moto in circolazione, considerate da tutti dei gioiellini di tecnologia e stiamo continuando a vincere tender in Europa. Ma la mia famiglia non ha la forza per rilevare da sola il 75% delle quote, non avremmo neppure voluto quotare Energica nel 2016 né cedere la maggioranza a Ideanomics due anni fa, ma siamo sempre stati ben consapevoli dell’alto fabbisogno finanziario necessario per supportare il salto industriale». E se il valore del patrimonio netto è sempre stato positivo è grazie alla rinuncia dei soci ai loro prestiti, ricorda Cevolini.

Fonte: Il Sole 24 Ore