Arriva un nuovo bonus bebè: chi ne ha diritto e come funziona

l Bonus asilo nido e per forme di assistenza domiciliare è il contributo economico che lo Stato offre alle famiglie che hanno un figlio, fra gli 0 e i 3 anni, che frequenta un asilo nido pubblico o privato, o necessita di assistenza domiciliare perché affetto da gravi patologie croniche. Il contributo è erogato sotto forma di rimborso per il pagamento delle rette. L’importo del bonus erogato varia in base all’ISEE minorenni presentato, prevedendo un massimo 3mila euro l’anno per le famiglie con Isee inferiore a 25mila euro, massimo di 2.500 euro l’anno per le famiglie con Isee fra € 25.001 e € 40mila ed un massimo di 1.500 euro l’anno per le famiglie con Isee superiore a 40mila euro. La legge di Bilancio 2024, per i nati dal 1° gennaio 2024, aveva aumentato l’importo massimo del bonus asilo nido fino a 3.600 euro ai nuclei familiari con un valore ISEE fino a 40mila euro nei quali sia già presente almeno un figlio di età inferiore ai dieci anni.

Assegno unico e detrazioni

Si prevede l’esclusione delle somme percepite per l’Assegno unico universale dal computo dell’Isee. Si evita in questo modo di penalizzare le famiglie perché quello che ricevono da un lato, lo perdevano sotto forma di accesso alle prestazioni di welfare che richiedono la compilazione dell’Isee.

Cambiano le detrazioni fiscali secondo la logica del quoziente familiare, tenendo conto, dunque del numero dei figli e delle fasce di reddito, due aspetti che vengono considerati contemporaneamente. Dunque la filosofia dell’intervento del governo è che nei limiti delle detrazioni fiscali comprese dal 19% al 50% saranno favorite le famiglie numersose appartenenti alle fgasdce di reddito più basse.

Decontribuzione madri dipendenti

Non figura nel comunicato di Palazzo chigi, ma nel consiglio dei ministri che ha varato la manovra 2025 è stata portata anche la proroga per il prossimo anno della decontribuzione per le lavoratrici madri di due figli.

la scorsa legge di Bilancio aveva introdotto dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, un esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico delle lavoratrici madri di tre o più figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo e in via sperimentale per il solo 2024 riconosciuto anche alle lavoratrici madri di due figli (sempre fino alcompimento del decimo anno di età del figlio più piccolo). L’esonero totale fa riferumento alla sola quota di contribuzione previdenziale dovuta dalla lavoratrice, nel limite massimo di 3mila euro annui, da riparametrare su base mensile. Nel governo si sta ragionando anche di estenderla alle lavorarici autonome, ma occorre aspettare il testo della legge di Bilancio per capire quale sia stata la decisione finale.

Fonte: Il Sole 24 Ore