Amianto: ogni anno 1.545 vittime da mesotelioma. Bellantone (Iss): resta una priorità nazionale

«L’amianto rimane una priorità di sanità pubblica». Lo afferma Rocco Bellantone, presidente dell’Iss, nella giornata in cui vengono resi noti i dati delle vittime dell’amianto in Italia. Tra il 2010 e il 2020 ogni anno in Italia sono decedute per mesotelioma in media 1.545 persone, 1.116 uomini e 429 donne. Dei decessi osservati in media ogni anno, 25, (l’1,7%) avevano un’età pari o inferiore ai 50 anni. I dati sono tratti dal nuovo rapporto Istisan 24|18 “Impatto dell’amianto sulla mortalità. Italia, 2010-2020” dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla mortalità per amianto nel nostro paese. Viene segnalata una diminuzione del numero dei decessi per mesotelioma tra gli under50 negli ultimi anni, un primo effetto della legge 257/92 con la quale l’Italia vietò l’utilizzo dell’amianto e la produzione di manufatti contenenti amianto.

Bellantone: problema fra le priorità della sanità pubblica

«L’Istituto superiore di sanità – sottolinea Rocco Bellantone, Presidente dell’Iss – è impegnato da anni su questo tema e il problema amianto rimane tra le priorità di sanità pubblica. L’Iss continuerà a contribuire alle attività di ricerca e alla sorveglianza epidemiologica delle malattie amianto-correlate, nonché alla definizione di strumenti per il rilevamento delle sorgenti di esposizione all’amianto ancora presenti nel nostro Paese, e all’implementazione di azioni preventive, fornendo supporto alle istituzioni e ai cittadini, attraverso momenti di interlocuzione e condivisione».

Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta le regioni a più elevata mortalità

Il numero maggiore di decessi per 100mila abitanti maggiore rispetto alla media nazionale si registra in Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria, ma i casi si registrano in tutta Italia. In totale sono stati registrati su tutto il territorio nazionale quasi 17mila casi nel periodo 2010-2020. Il numero dei decessi è superiore al numero atteso sulla base della media regionale in 375 comuni: si tratta di territori con cantieri navali, poli industriali, ex industrie del cemento-amianto, ex cave di amianto.

In calo la mortalità tra i giovani

In calo i decessi tra la popolazione con 50 anni o meno (31 casi osservati nel 2010 e 13 casi nel 2020). Le morti per mesotelioma osservate tra i più giovani – spiegano gli esperti dell’Iss – sono probabilmente dovute a una esposizione avvenuta in età pediatrica in ambienti non-occupazionali, vista la lunga latenza (fino a 30-40 anni) della malattia. La maggior parte delle persone decedute per mesotelioma è stata probabilmente esposta all’amianto in ambienti lavorativi nei decenni passati. Ma l’esposizione può essere avvenuta anche in contesti domestici o ambientali, per inalazione di fibre rilasciate nelle abitazioni oppure nell’ambiente da sorgenti presenti sul territorio.

Il mesotelioma è un tumore aggressivo

Il mesotelioma è un tumore aggressivo, ad alta letalità con una latenza anche di 30-40 anni, che colpisce le cellule del mesotelio, il tessuto sottile che ricopre gran parte degli organi interni. Il mesotelioma nell’80% dei casi circa è dovuto all’esposizione all’amianto. Per il fatto di rilasciare fibre inalabili, l’amianto (chiamato anche asbesto) oltre che del mesotelioma può essere responsabile di asbestosi (una malattia polmonare cronica conseguente all’inalazione di fibre di asbesto) e, seppure con una quota attribuibile più bassa e più difficile da stimare, anche di altre tipologie di tumore, come il tumore polmonare e dell’ovaio.

Fonte: Il Sole 24 Ore