Sinner, Itia difende la sentenza sul doping: «Seguite le linee guida Wada»

La decisione dell’International Tennis Integrity Agency (Itia) di scagionare Jannik Sinner dall’accusa di doping a seguito della positività al Clostebol si è attenuta alle regole definite «dal Codice mondiale antidoping», a sua volta «stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping», ovvero la Wada che ora ha fatto ricorso al Tas contro quella decisione. Così il ceo dell’antidoping del tennis, Karen Moorhouse, difende la decisione dell’Itia nata dalla valutazione di «circostanze, fatti e dati scientifici», indipendntemente dal «profilo del giocatore coinvolto».

L’intervento del ceo Moorhouse è contenuto in un report sull’attività dell’Itia nel 2024. Consapevole «che può essere difficile comprendere le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo», la Itia ha voluto chiarire la propria posizione, dopo il ricorso al Tas della stessa Wada contro la decisione di dichiarare Sinner, numero 1 del ranking Atp impegnato al 6 Kings Slam, «non colpevole e non negligente».

I criteri con cui vengono gestiti i casi «non cambiano, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto», sottolinea Moorhouse. «Comprendiamo che il caso che ha coinvolto Sinner sia stato al centro dell’attenzione e abbia provocato tanti commenti e tante speculazioni, in seguito alla nostra decisione di non attribuire nessuna colpa e nessuna negligenza al giocatore». Finendo per spostare «il focus dell’appello sull’interpretazione e sull’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente per determinare il livello di colpa del giocatore, piuttosto c

he sull’indagine dell’Itia sui fatti e sulla scienza».

Fonte: Il Sole 24 Ore