Oggi Meloni in Libano, lunedì Tajani in Israele e Palestina: gli obiettivi del governo in Medio Oriente

Dalla situazione umanitaria a Gaza alla stabilizzazione del confine israelo-libanese, passando per la sicurezza del personale Unifil e la crisi dei rifugiati siriani, fino agli sforzi del governo italiano per promuovere la fine delle ostilità. Una missione delicata in Medio Oriente, tra Giordania e Libano. Dopo aver partecipato al vertice Ue-Paesi del Golfo e al Consiglio europeo, oggi la premier Giorgia Meloni incontra alle 12:00 ad Aqaba, in Giordania, il Re di Giordania, Abdallah II presso il Palazzo Reale. Alle 16:30 raggiunge Beirut, in Libano, dove presso il Palazzo del Governo, Grand Sérail, ha un colloquio il primo ministro libanese, Najib Mikati. Infine, alle 17:30, incontra il Presidente dell’Assemblea nazionale del Paese dei Cedri, Nabih Berri. Il viaggio di Meloni precede quello del ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, che lunedì 21 ottobre sarà a sua volta in Israele e Palestina. Infine il ministro della Difesa Guido Crosetto, in un’informativa in parlamento su quanto è accaduto in Libano, a cominciare dagli attacchi dell’esercito israeliano alle postazioni della missione delle Nazioni Unite Unifil, ha anticipato che dopo il G7 della Difesa a Napoli (dal 18 al 20 ottobre) andrà a Beirut e Tel Aviv.

Insomma il governo italiano, anche in virtù del suo ruolo di presidente di turno del G7 (incarico che ricoprerà fino a fine anno), intende promuovere una mediazione con le parti al fine di frenare l’escalation. «La premier Meloni – ha spiegato il responsabile della Farnesina – sarà in Giordania e in Libano per parlare con i nostri interlocutori che vivono questo momento drammatico: io farò lo stesso in Israele. Il nostro obiettivo è il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Nel prossimo G7 cooperazione – ha aggiunto Tajani – ci sarà anche una conferenza internazionale tra popolazioni civili colpite dalla guerra per vedere cosa fare di più e meglio per il loro bene».

L’incontro con Abdallah II Re di Giordania

Si comincia, dunque, con la tappa della pemier in Giordania. Con questa visita, spiegano fonti diplomatiche, «l’Italia intende ribadire il suo sostegno a una Nazione che costituisce un elemento fondamentale per la stabilità della regione. La leadership giordana è un interlocutore prezioso e sta svolgendo un ruolo cruciale sia per ridurre la tensione sia per scongiurare un ulteriore peggioramento del quadro». Al centro del bilaterale con Abdullah II ci sarà, in particolare, la situazione umanitaria a Gaza, nella quale la Giordania svolge un ruolo decisivo per la consegna degli aiuti alla popolazione civile. Inoltre, i due affronteranno il tema della proposta giordana di un «Gaza humanitarian Gateway» per far fronte alla crisi crescente nella Striscia, su cui hanno già avuto un primo confronto a Cipro durante il Vertice Med9.

… e quelli con primo ministro e presidente del parlamento libanesi

Meloni si sposterà poi nel pomeriggio a Beirut per incontrare il primo ministro Najib Mikati e il presidente del Parlamento Nabih Berri. Il capo del Governo italiano, viene sottolineato, sarà il primo leader a visitare il Libano dall’inizio delle operazioni di terra delle forze israeliane. Meloni, riferiscono le stesse fonti, «ribadirà la volontà italiana di contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e chiederà l’impegno di tutte le forze libanesi a garantire in ogni momento la sicurezza del personale di Unifil. Analoga richiesta è stata effettuata dal presidente Meloni al primo ministro israeliano Netanyahu nella conversazione telefonica di domenica scorsa».

Le indicazioni di Crosetto al parlamento

Intanto Crosetto ha fornito qualche indicazione di quella che è la strategia italiana sul campo. «Unifil è una missione complessa, con un mandato di difficile implementazione, regole d’ingaggio inadeguate e forze non equipaggiate per l’attuale situazione del conflitto in essere, ma che lo erano già da tempo, come avevo più volte detto all’ONU, già da tempo erano in questa situazione», ha detto in occasione dell’informativa effettuata in parlamento dopo gli attacchi alle basi dei Caschi blu, tra cui oltre mille soldati italiani. Il responsabile della Difesa ha posto l’accento sull’«impegno italiano a sostenere le Forze armate libanesi, affinché assumano un assumano un ruolo maggiore per la sicurezza e la stabilità del confine israelo-libanese e dell’intero Paese. L’Italia ha sempre cercato di coinvolgere più nazioni europee, gli Stati Uniti ed altre Nazioni e i paesi arabi ad un progetto di assistenza concreta e di sviluppo delle Forze Armate Libanesi. L’impianto iniziale – ha ricordato Crosetto – era quello di costituire un fondo internazionale per reclutare, formare, addestrare, equipaggiare le forze armate libanesi. In questo senso, da mesi stiamo organizzando una “conferenza dei donatori”, necessaria a reperire i fondi per finanziare tali progetti. L’obiettivo è collaborare con i vertici della Difesa libanese per identificare programmi, attività e iniziative mirate a rafforzare le Forze Armate, permettendo loro di crescere in capacità operativa, credibilità e indipendenza, sottraendole all’influenza, e sottraendo il paese, all’influenza di Hezbollah».

Fonte: Il Sole 24 Ore