Agricoltura, paesaggio, ristorazione e gender gap, la “Cura della terra” mette al centro le donne

Conducono un terzo delle aziende agricole (31,5%), di dimensioni inferiori di circa 4 ettari rispetto a quelle a maschili, contribuendo per il 17,5% alla produzione nazionale. Le donne rurali, che si occupano di produzione agricola, sicurezza alimentare, gestione del territorio e delle risorse naturali, danno un contributo significativo al lavoro e alle piccole economie delle campagne e delle aree interne, ma rispetto agli uomini hanno minore accesso alla terra, al credito, ai mercati e vendono a prezzi inferiori i loro prodotti. Un ruolo, quindi, non adeguatamente riconosciuto.

La cura della Terra

Il quadro è emerso nel corso della giornata mondiale delle donne rurali da un approfondimento della sezione Politiche e Bioeconomia del Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, e torna ad arricchirsi di nuovi particolari con “La cura della Terra”, pratiche agro-silvo-pastorali e scelte terapeutiche che fanno bene alle donne e alla collettività, di cui si parlerà il 18 e il 19 ottobre a Roma, tra l’hub culturale WeGil (venerdì 18), a Trastevere, e il Museo nazionale Etrusco e di Villa Giulia (sabato 19). Un evento nato dalla collaborazione dell’architetta paesaggista Anna Kauber con Catia Zumpano, dirigente di ricerca del Crea, referente del gruppo Parità di genere all’interno della Rete rurale nazionale. «Vogliamo avvicinare tutte le donne che lavorano all’interno delle filiere agricole – spiega Catia Zumpano – quelle dei campi e quelle della tavola, unendo mondi solo apparentemente lontani, come la terra, il cibo e la cultura, ad esempio, che invece hanno tanti punti di contatto».

Le streghe e l’uso sapiente delle erbe

Sono state streghe, guaritrici, fattucchiere, angeli del focolare, cuoche, contadine, a seconda delle epoche e dei contesti. Ma molti dei loro poteri oggi, come l’uso sapiente delle erbe, tornano attualissimi. Lo spiega Danilo Gasparini, professore di Storia dell’agricoltura e Storia dell’alimentazione all’Università di Padova: «Con il tempo, la donna, assidua frequentatrice del “selvatico”, del bosco, diventerà la vera artefice di un lungo processo di addomesticamento che la porterà a farsi carico di rendere commestibile la “natura”. Sarà sua per secoli la gestione dell’orto, sarà sua la preoccupazione di cucinare e portare in tavola quanto era necessario alla famiglia, sarà sua anche la preoccupazione di curare con quanto la natura offriva. Caricate di questa missione, più o meno consciamente, le donne hanno rivolto al mondo vegetale, alla natura un’attenzione particolare, una frequentazione quotidiana».

Anna Kauner e il mondo delle donne pastore

Nota per la poesia con cui ha narrato il mondo delle donne pastore, che poi sono il futuro delle nostre montagne, con le greggi, i belati, le albe, i volti e i racconti di pascolo dal nord al sud del Paese (tutto racchiuso nel documentario, “In questo mondo”, vincitore di premi e riconoscimenti), la paesaggista Anna Kauber, ora alle prese con uno studio sul ruralismo urbano, per questa occasione, ha voluto allargare gli orizzonti coinvolgendo le tante reti di donne che si occupano di agricoltura, di giustizia sociale ed economica, tutte portatrici del valore del cibo, della sostenibilità, solidarietà e della salute. Compresa l’associazione Gomitolorosa che, fra le tante attività, si occupa di promozione del lavoro a maglia a fini terapeutici negli ospedali e nelle strutture sanitarie.

Calalù, cibo e letteratura sulla Domenica del Sole24Ore

A suggellare l’unione tra cibo, donne e letteratura, all’interno del Museo nazionale Etrusco torna Calalù, la rubrica curata dalla giornalista Donata Marrazzo e pubblicata dal 2011 al 2015 sulla Domenica del Sole24Ore, ora in attesa di diventare un libro: ricette e romanzi in una doppia chiave di lettura. Un flusso, da un genere all’altro, in cui la cucina assume forma narrativa e il romanzo recupera istruzioni gastronomiche, pratiche rituali, gesti arcaici, processi evolutivi, codici e memorie emozionali legate a singoli individui, a universi familiari e ai più diversi contesti sociali.

Fonte: Il Sole 24 Ore