Arm è una minaccia per i chip x86? Intel e Amd guidano l’alleanza per proteggere l’ecosistema di pc e server

Si chiama Ecosystem Advisory Group x86, è un gruppo consultivo annunciato in un’occasione particolare (il Lenovo Tech World 2024) e, soprattutto, ha una finalità molto specifica: proteggere gli interessi delle aziende che lavorano con architettura x86 dall’avanzata progressiva della piattaforma Arm. Una presa di posizione netta di parte dell’industria tecnologica mondiale, sebbene la nota ufficiale che ne ha sancito la nascita parla di obiettivi più generici, per esempio quello di promuovere innovazione e standardizzazione all’interno dell’ecosistema di chip per computer più diffuso al mondo. La lista delle aziende che partecipano a questa iniziativa è lunga oltre che variegata e comprende nomi ben noti quali Broadcom, Dell, Google Cloud, Hewlett Packard Enterprise, HP, Lenovo, Meta, Microsoft, Oracle e Red Hat. A completare la “squadra” vi sono personaggi di spessore dell’universo tech quali Linus Torvalds e Tim Sweeney (rispettivamente papà di Linux e amministratore delegato di Epic Games) mentre alla casella dei fondatori trovano posto due rivali storiche nel business dei microprocessori, vale a dire Intel e Amd.

Perché nasce questo gruppo

L’avvicinamento fra le due principali potenze dei prodotti al silicio per personal computer e server fa notizia ma forse non sorprende più di tanto in relazione al cambiamento di scenario avvenuto in questo settore. Se per quattro decenni circa la tecnologia x86 ha fatto la classica parte del leone nell’ambito dei sistemi di calcolo, oggi i sistemi basati su architettura Arm rappresentano una minaccia (nonché un’alternativa) assolutamente concreta, che riflette le strategie di aziende come Apple e Qualcomm e, nondimeno, di quella Nvidia che si è presa lo scettro del mercato dei processori di classe enterprise per l’intelligenza artificiale. La rincorsa di Arm al duopolio Intel-Amd nasce infatti da lontano, da quando (diversi anni fa) Qualcomm iniziava a strizzare l’occhio al mondo dei pc con i suoi processori Snapdragon (oggi alcune linee di AI PC con sistema operativo Windows sono equipaggiate proprio con la nota famiglia di chip dell’azienda californiana) e da quando Apple, nel 2020, ha deciso di abbandonare Intel e di puntare sui propri chip Silicon basati per l’appunto su architettura Arm per i suo Mac e (dal 2023) e Mac Pro.

Dove e come opererà il gruppo

Come recita il comunicato diffuso nei giorni scorsi, il neonato gruppo “si concentrerà sull’identificazione di nuovi modi per espandere l’ecosistema x86, consentendo la compatibilità tra le piattaforme, semplificando lo sviluppo del software e fornendo alla comunità dei developer una piattaforma per identificare le esigenze architetturali e le caratteristiche per creare soluzioni innovative e scalabili per il futuro”. In altre parole, l’intenzione delle aziende che hanno dato vita a questa nuova alleanza è quella di rafforzare la coerenza e l’interoperabilità fra le soluzioni e i prodotti che sfruttano la tecnologia x86, facilitando al contempo il lavoro di chi scrive e compila applicazioni. Il messaggio che Intel e Amd (per cui circolavano voci tempo fa di un possibile chip Arm per pc in rampa di lancio nel 2025) mandano al mercato è insomma abbastanza esplicito e fa fondamento sull’evoluzione ulteriore dell’architettura x86, promettendone la sua rilevanza anche per gli anni (e i decenni) a venire. Le aree di intervento del gruppo, come si legge ancora nella comunicazione di lancio, “riguarderanno tutti i settori” e nella fattispecie i data center, il cloud, gli apparecchi client, i dispositivi edge e quelli embedded.

I principali obiettivi

Il numero uno di Amd, Lisa Su, è stata in proposito molto diretta: “l’istituzione dell’Ecosystem Advisory Group x86 garantirà che questa architettura continui a svilupparsi come piattaforma di calcolo preferita da sviluppatori e clienti”. A farle eco anche il Ceo di Intel, Pat Gelsinger, che ha sottolineato come oggi ci si trovi “sulla soglia di uno dei cambiamenti più significativi nell’architettura x86 degli ultimi decenni”. Il riferimento va con ogni probabilità alla svolta imposta dalla diffusione pervasiva dell’intelligenza artificiale e alla conseguente necessità di sostenere maggiori carichi di lavoro e di raggiungere nuovi livelli di personalizzazione e scalabilità per rispondere alle esigenze attuali e future degli utenti. Se Gelsinger parla di collaborazione necessaria per “accendere il futuro del calcolo” non però è ancora così esplicito come il nuovo gruppo voglia operativamente stimolare le capacità di innovazione degli sviluppatori fornendo loro un insieme di linee guida architetturali più semplici e condivise. La strada individuata è quella di raccogliere indicazioni dalle comunità hardware e software e quindi facilitare l’integrazione e l’implementazione di nuove capacità legate all’architettura x86 nei sistemi operativi, nei framework e nelle applicazioni. Il disegno, sulla carta, è più che comprensibile. Si tratterà ora di capire se alle buone intenzioni seguiranno azioni concrete e durature, se l’armistizio fra Intel e Amd produrrà i suoi frutti (le due aziende hanno fattivamente collaborato in passato per lo sviluppo di standard importanti come Pci e Usb) e se, Microsoft non tornerà sui suoi passi quando si tratterà di ridiscutere la licenza che ha concesso a Qualcomm per produrre processori Arm compatibili con Windows. In ballo, come dicono i Ceo di Intel e Amd, c’è la nuova fase dell’intero ecosistema del calcolo computistico.

Fonte: Il Sole 24 Ore