ingegno, ambizione, disciplina e resilienza

Sognare una carriera internazionale è il desiderio di molti, non solo in ambito legale, ma trasformare il sogno in realtà richiede molto più del semplice talento. Secondo un recente studio (OECD’s 2023 Skills Outlook), la capacità di navigare con successo in un contesto globale complesso come quello attuale si basa su una combinazione di ambizione, disciplina e resilienza. A queste aggiungerei a monte l’ingegno, elemento chiave e insostituibile, come vedremo a breve. Questi fattori trascendono le capacità tecniche, e rappresentano un modo di approcciare e risolvere le sfide nel lavoro e nella vita.

E qui entra in gioco un elemento distintivo: il “saper pensare” italiano. Non si tratta solo di eccellere nell’eseguire determinati compiti o nella produzione di beni di alta qualità, ma di portare con sé un modo di affrontare le cose che unisce profondità intellettuale, visione strategica e creatività. Tale attitudine nasce dalla capacità di fondere tradizione e innovazione, attingendo a un bagaglio culturale e storico radicato, ma sempre proiettato verso il futuro.

Questo approccio ha illustri esempi nella storia italiana, come Leonardo Da Vinci, che tra il 1400 e il 1500 ideò soluzioni per problemi che si sarebbero manifestati secoli più tardi. Basti pensare al paracadute, concepito da Da Vinci molto prima che la tecnologia ne permettesse la realizzazione, o al suo progetto di un robot meccanico, precursore di tecnologie moderne come la robotica e l’automazione. Il genio di Leonardo incarna perfettamente lo spirito italiano, capace di guardare al futuro con ingegno e creatività, anticipando i tempi e immaginando un mondo diverso. Una mentalità che ai giorni nostri si concretizza nell’abilità di affrontare problemi complessi con soluzioni che vanno oltre la tecnica, e che implica una comprensione più ampia del contesto, delle variabili sociali e culturali, e delle dinamiche di mercato. Esportare questa visione significa non solo applicare un sapere consolidato, ma anche leggere il presente e anticipare il cambiamento, offrendo contributi innovativi e sostenibili. È la capacità di pensare in modo critico e strategico, trovando soluzioni che non sono solo funzionali, ma che creano valore aggiunto, adattandosi a un ambiente in continua evoluzione.

Stiamo parlando di un processo che punta alla costruzione di valore, non solo attraverso il prodotto o il servizio, ma che può arrivare ad abbracciare ogni ambito della conoscenza. In un contesto come quello statunitense, competitivo e dinamico, portare un modo di pensare più riflessivo e attento al contesto non solo arricchisce il settore produttivo, ma introduce anche nuovi paradigmi decisionali e gestionali che possono davvero rappresentare un vantaggio per coloro che desiderano portare tale filosofia all’estero, indipendentemente dalla professione o dal ruolo. Professionisti, manager di alto livello e founder di start-up, ma anche middle management e altre funzioni amministrative e logistiche di supporto: tutte queste figure, pur operando a diversi livelli, contribuiscono a permeare le strutture delle organizzazioni e delle imprese, offrendo un contributo essenziale alla crescita e all’innovazione nei contesti internazionali.

Nell’ambito di una carriera internazionale, dunque, il “saper pensare” italiano si esprime attraverso una combinazione di valori profondi e qualità distintive. È una mentalità che non si limita alla competenza tecnica o all’esecuzione, ma abbraccia una visione più ampia che unisce i pilastri di cui sopra, ambizione, disciplina, resilienza e ingegno. Questi elementi, radicati nella tradizione e proiettati verso il futuro, permettono di affrontare sfide complesse, adattarsi a contesti mutevoli e innovare continuamente. Il percorso verso il successo in mercati competitivi è spesso segnato da sacrifici e impegno personale, ma è proprio nelle difficoltà che emergono le qualità del singolo.

Fonte: Il Sole 24 Ore