America’s Cup: match point per New Zealand, con Britannia è 6-2

Le speranze inglesi di ribaltare il risultato della America’s Cup sono durate poco più di una giornata, Emirates Team New Zealand ha infatti corso due regate perfette, senza trovare resistenza da parte di Ineos Britannia, chiudendole con distacchi superiori al chilometro. Chiuso il “mercoledì nero” i kiwi sono tornati loro: forti, decisi, imbattibili.

Cosa è successo? Niente di particolare, bisogna sapere che queste barche cambiano ogni giorno, perché sono gestite da un software che viene continuamente modificato. «Rispetto alla passata edizione abbiamo più variabili disponibili e c’è la possibilità di regolare più cose insieme – dice Checco Bruni – questo da una parte rende le cose più facili per chi è a bordo ma la sintonia tra i diversi elementi può essere un poco più difficile da ottenere».

Ecco anche perché la barca neozelandese è tornata quella, anzi meglio, delle prime regate. Sabato, se ci sarà vento, il primo match point per i kiwi che si avviano a vincere per la terza volta consecutiva. In realtà le previsioni con qualsiasi modello sono di bonaccia totale. I kiwi nel 2017 a Bermuda hanno conquistato la Coppa strappandola a Oracle, per la cronaca timonato da James Spithill. Nel 2021 l’hanno difesa con successo dagli assalti di Luna Rossa Prada Pirelli.

Il timoniere kiwi Peter Burling si appresta a entrare nella irraggiungibile hall of fame di chi ha vinto per tre volte al timone come Charlie Barr e Russell Coutts. Più di loro ha vinto Dennis Conner, tre volte come Defender e una come Challenger. «Ci siamo ripresi da quegli errori che abbiamo fatto l’altro giorno – ha detto il timoniere neozelandese Peter Burling – e oggi abbiamo corso bene. I cyclors hanno fatto la loro parte, abbiamo chiesto molta potenza». Insomma passata la paura del comeback di sir Ben Ainslie.

Fonte: Il Sole 24 Ore