Honda Sh, i 40 anni dello scooter che ha rivoluzionato la mobilità urbana

Per capire il successo di un modello come l’Honda Sh, oggi disponibile in tre cilindrate (125, 150 e 350 cc), basta dare un’occhiata ai dati di vendita dei primi nove mesi di quest’anno. I primi tre posti sono occupati – ormai è un’abitudine – dai tre Sh in ordine crescente di cilindrata, ma c’è di più: i primi 30 modelli di scooter in classifica sono state venduti per 115.184 unità; di queste 28.798 sono stati Sh, esattamente il 25%; in altre parole, uno scooter su quattro venduti è un Sh. Il 2024 segna per lo scooter giapponese un traguardo importante, il 40° compleanno, quattro decenni in cui il due ruote Honda è diventato una pietra miliare della mobilità a due ruote delle nostre città.

Sh e Italia: un legame profondo

Quando l’Honda Sh 50 a due tempi fece il suo debutto nel 1984 s’inserì in un mercato europeo in rapida crescita per i veicoli a due ruote. A caratterizzare l’Sh erano le ruota a raggi da 16” di diametro che offrivano una maggiore stabilità e facilità di guida rispetto agli scooter tradizionali, rendendolo ideale per le strade urbane irregolari e trafficate. La pedana piatta e i portabagagli, inoltre, consentivano di caricare borse e oggetti vari.

Il primo modello conquistò rapidamente il pubblico per la semplicità di guida, leggerezza (pesava 68,3 kg a secco) e consumi ridotti: divenne una scelta popolare tra i giovani e i pendolari che cercavano un mezzo di trasporto economico e pratico. Con la seconda generazione (1996-2001) arrivò l’Sh 100 per soddisfare le richieste di chi desiderava uno scooter con maggiore potenza senza sacrificare la maneggevolezza. Nel 1996 la produzione degli Sh fu affidata a Honda Italia, filiale del colosso nipponico nata nel 1971: da allora gli Sh per l’Europa, inizialmente costruiti negli stabilimenti Honda di Aalst, in Belgio, e poi a Barcellona, sono prodotti nella fabbrica di Atessa (Chieti), unico sito manifatturiero per le due ruote di Honda in Europa che occupa oltre mille addetti e produce otto modelli (per l’attuale anno fiscale, da aprile 2024 a marzo 2025, sono previste 141mila unità, di cui circa 1/3 saranno Sh).

Gli anni 2000

Il vero salto di qualità arrivò nel 2001, quando Honda introdusse la terza generazione con i modelli Sh 125 ed Sh 150 con motori a quattro tempi. Questi modelli divennero immediatamente popolari perché aprivano le porte anche alle strade extraurbane, autostrade comprese, conservando la maneggevolezza e la facilità d’uso, oltre all’economia di esercizio (quasi 30 km/l). Nel 2005 arrivò l’iniezione elettronica, mentre l’anno successivo vide il debutto dell’Sh300 (poi sostituito dalla versione 350), il “grande” di famiglia che consentiva di affrontare l’autostrada senza patemi. Negli anni Honda ha continuato ad aggiornare la gamma Sh, introducendo tecnologie a vantaggio della sicurezza e dell’ambiente (e del portafogli): il sistema di frenata combinata Cbs e poi l’Abs (2012), lo Start & Stop (2013) per ridurre i consumi nelle soste brevi, l’illuminazione a led più potente, il sistema keyless (2017). Nel marzo 2015 Honda annunciò che in Europa erano stati venduti più di un milione di scooter Sh, in tutte le cilindrate; nei primi mesi del 2017 fu la fabbrica di Atessa a superare il traguardo del milione di Sh usciti dalle sue linee di produzione e destinati a tutti i mercati europei.

Oggi sono 1,2 milioni gli Sh venduti da Honda in Europa: una cifra destinata a crescere ancora per un modello giapponese ma che ha fatto del “made in Italy” il suo tratto distintivo.

Fonte: Il Sole 24 Ore