Pnrr, serve più tempo. Orsini: «Noi primi nella Ue»

Un fondo europeo per la competitività, per realizzare i grandi progetti di investimento congiunti tra gli Stati membri. La necessità di rendere efficiente la spesa dei fondi del Next Generation Eu, con la richiesta di rivedere la scadenza del Pnrr a oltre il 2026. Una riduzione della complessità normativa per le imprese europee, con particolare attenzione agli appalti pubblici. Un’azione più decisa per ridurre il prezzo dell’energia, promuovendo l’integrazione e le interconnessioni del mercato europeo, accelerando le procedure di autorizzazione. La Confindustria italiana e quella spagnola, Ceoe, sono esplicite: «È urgente adottare misure coraggiose per garantire la competitività e la prosperità dell’Europa».

Sono i punti principali della dichiarazione congiunta firmata ieri, al termine del secondo incontro bilaterale tra le due organizzazioni, che si è tenuto a Roma in Confindustria, con le delegazioni guidate dai presidenti Emanuele Orsini, Confindustria, e Antonio Garamendi, Ceoe. Un dialogo che ha approfondito anche i temi dell’edilizia abitativa e del social housing, della semplificazione normativa, di come realizzare una politica industriale, adottando al più presto il nuovo piano per il rilancio della competitività europea annunciato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, insieme al Clean Industrial Deal.

«La sfida più grande che abbiamo davanti è quella di recuperare il gap di competitività dell’Unione europea. Serve recuperare attrattività e fiducia, che è la precondizione necessaria per gli investimenti», ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, concludendo i lavori del bilaterale. Insieme agli spagnoli, è arrivato l’appello a rivedere i termini del Piano nazionale di ripresa e resilienza: «Con la firma di oggi (ieri ndr) – ha continuato Orsini – pur consapevoli che l’Italia è più avanti di tutti nell’attuazione del piano, chiediamo insieme alle imprese spagnole un utilizzo più efficace dei fondi e l’allungamento della scadenza del Pnrr, attualmente prevista ad agosto 2026. La politica ha bisogno di un messaggio chiaro, non possiamo aspettare troppo tempo. Bisogna mettere l’industria nelle condizioni di potersi strutturare». Le difficoltà di attuazione dei progetti entro il 2026 sono emerse più volte nel dibattito di ieri, specie per quanto riguarda le infrastrutture. Sono stati molti i punti di contatto tre le due confindustrie, sintetizzati nella dichiarazione congiunta, dove si fa riferimento al piano Draghi e alla cifra di 800 miliardi all’anno di finanziamenti per affrontare le sfide della competitività. Sono necessarie «risorse europee comuni, come un nuovo asset di debito comune Ue», serve un fondo per la competitività che supporti gli sforzi del settore privato, garantendo condizioni di parità nel mercato unico. Occorre rafforzare l’Unione bancaria e l’Unione dei mercati dei capitali. Va implementato il mercato unico, riducendo la complessità del fare impresa, con un piano di “Better Regulation”. Gli appalti pubblici dovrebbero essere uno strumento efficace per promuovere l’innovazione, la sostenibilità e la competitività, evitando corse al ribasso e appalti in-house. Occorre in Europa un quadro finanziario pluriennale, che abbia risorse adeguate per la ricerca, l’innovazione e una politica di coesione, oltre a un nuovo Piano europeo per l’edilizia abitativa destinato a famiglie, giovani, lavoratori. Fondamentale la cooperazione pubblico-privato, va firmato l’accordo di libero scambio con il Mercosur, insieme ad altri accordi bilaterali in corso.

«Entrambe le organizzazioni hanno l’opportunità e la necessità di andare di pari passo nella costruzione della futura Ue, per renderla un ambiente economico competitivo. Rimaniamo fortemente impegnati nell’agenda green, è il momento di farla funzionare. È essenziale un dialogo permanente con le imprese per una transizione che non riduca la loro competitività e sostenere il rapporto pubblico privato. Questo incontro è servito per fare passi avanti nella cooperazione», ha detto Garamendi, annunciando il terzo appuntamento nel 2025 a Madrid.

Fonte: Il Sole 24 Ore