Ecco chi sono i giovani autoimprenditori: 144mila, un terzo è al Sud

C’è un piccolo esercito composto da 144mila giovani tra i 15 e i 29 anni che, grazie all’autoimprenditorialità, ha aperto attività in diversi settori, prevalentemente innovativi e tecnologici, battendo la crisi, facendo impresa e creando lavoro. Un terzo è al Sud. Pubblicità e ricerche di mercato, gestione aziendale e istruzione sono i settori in cui i giovani in prevalenza fanno impresa.

Un’indagine Censis Confcooperative ha coniato un nuovo acronimo, accendendo un faro sul fenomeno degli EET (Employed Educated and Trained), gli anti–NEET (Not in Education, Employment or Training). i giovani che inventano un lavoro e ce la fanno, nonostante tutti gli ostacoli.

L’identikit degli Eet

Dei 144mila giovani imprenditori il 35,4% è presente nel Mezzogiorno, il 28,5% nel Nord Ovest, il 16,7% nel Centro, e il 19,4% nel Nord Est.

Dal 2016 al 2023, l’incidenza dei giovani sul totale degli imprenditori italiani è scesa dal 6% al 5,3%. mentre è in aumento il numero di titolari giovani di imprese in diversi settori: fra il secondo trimestre del 2017 e il secondo trimestre del 2024, triplicano (+228,7%) le imprese giovanili che si occupano di pubblicità e ricerche di mercato, e aumentano del 206,4% quelle che offrono servizi di direzione aziendale e consulenza gestionale. Incrementi altrettanto rilevanti si registrano nella produzione cinematografica, televisiva e musicale (+65,9%), nella produzione di software e consulenza informatica (+52,4%), nei servizi postali e di corriere (+44,1%), nelle attività di leasing operativo e noleggio (+35,5%).

Per Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative gli Eet sono «i giovani protagonisti di quella economia delle competenza che esprime una crescente dmanda di capitale umano altamente qualificato. egli anni di crisi profonde e di stasi preoccupanti del mercato occupazionale è restata salda la vitalità tipica dei giovani che non hanno smesso di puntare su sé stessi.Si intravedono i contorni di un’occupazione di nuovo conio»

Fonte: Il Sole 24 Ore