Migranti, cosa sono i centri in Albania e quanto sono costati

Sono due le aree che in seguito all’accordo stretto tra i due premier, Giorgia Meloni ed Edi Rama, erano state pensate per ospitare migranti – maschi, non vulnerabili e provenienti da Paesi sicuri – che si puntava a rimpatriare velocemente dopo l’esame della domanda di asilo. Al porto di Schengjin è stato allestito un hotspot per l’identificazione dei migranti soccorsi in mare esclusivamente da navi italiane. Dopo la rilevazione delle generalità le persone vengono (almeno secondo le regole iniziali) trasferite a Gjader, una ventina di km all’interno. Qui sono state approntate tre strutture: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) ed un penitenziario (20 posti).

Cinque mesi di ritardo

L’area di Gjader, messa a disposizione da Tirana, era un ex sito dell’Aeronautica albanese fortemente degradato. I militari del Genio italiano sono stati impegnati nei faticosi lavori di ripristino e di allestimento durati mesi, con l’attivazione delle reti idrica e fognaria ed il terreno da consolidare. Sul posto muri di cinta, telecamere lungo il perimetro, un dispositivo di sicurezza all’interno, dove vige la giurisdizione italiana e le forze di polizia italiane garantiscono l’ordine. Presente anche personale dell’Unhcr per monitorare il rispetto dei diritti dei rifugiati. Per le udienze di convalida del trattenimento previsti collegamenti in videoconferenza col tribunale di Roma.

Il rebus della spesa

A carico dell’Italia la realizzazione e la gestione dei centri (per circa 62 milioni di euro), ma i costi sembrano il rebus più complicato da risolvere. Le spese elencate nella legge di ratifica ammontano a circa 650 milioni e ricomprendono una grande varietà di voci, dalla manutenzione alle assunzioni, dalle assicurazioni alle trasferte del personale dall’Italia: quest’ultima è la voce più consistente (oltre 250 milioni). Per il noleggio della nave la «consultazione preliminare del mercato» lanciata dal Viminale parla di un massimo di 13,5 milioni per tre mesi. La cooperativa Medihospes si è aggiudicata l’appalto per gestire l’accoglienza per 24 mesi con un’offerta di 133,8 milioni di euro.

«Non un costo aggiuntivo»

Il 5 giugno, in visita a Tirana, Meloni aveva ricordato che «complessivamente i fondi assegnati per l’attuazione del protocollo ammontano a 670 milioni di euro per cinque anni, quindi 134 milioni di euro l’anno, che corrispondono al 7,5% delle spese connesse all’accoglienza dei migranti sul territorio nazionale e noi siamo convinti che queste risorse non siano da considerarsi un costo aggiuntivo». Secondo i calcoli di Palazzo Chigi, «con l’attuale capienza di questi centri a pieno regime, considerando i migranti che non vengono accolti in Italia, risparmieremo 136 milioni di euro».

Fonte: Il Sole 24 Ore